Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

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venerdì 27 marzo 2015

Africa, the mother land: Egypt. I SUBACQUEI - THE DIVERS

Tutti i subacquei sono persone avventurose.

Partiamo da questo assunto.
Divers - Hamata islands divespot - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Prima di tutto perché per decidere di incominciare ad andare sott’acqua bisogna essere come minimo curiosi, e questo già di per sé è una cosa magnifica. Secondo perché per iniziare a fare immersioni bisogna impegnarsi almeno un po’ ed imparare la tecnica, non è difficile, per niente, ma bisogna prestare attenzione a diverse cose come preparare l’attrezzatura, tenerla in ordine e pulita, manutenerla nel corretto modo, ricordarsi tutti i passaggi di sicurezza quando si comincia ad immergersi ed un sacco di informazioni durante il corso teorico e pratico per prendere il brevetto, sia che si tratti del primo, quello “base” sia che si vada avanti con i vari brevetti. Anzi più si va avanti più le informazioni aumentano e bisogna studiare concetti di fisica, di medicina, di sicurezza, di navigazione, di tutto e di più.

Perciò bisogna essere motivati.

Ma una volta imparato tutto ciò, le cose diventano semplici e più ne fai più si semplificano e diventano naturali a ripetersi e beh… ti si apre un mondo meraviglioso, di cui non riesci più a fare a meno.

Me, jumping from the speedboat - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ovviamente io sono di parte, già di per sé sono abbastanza strano per le persone comuni, non certo per i miei colleghi biologi, naturalisti o guide di safari, che condividono la mia visione (IL PARADISO DELLE MANGROVIE), ma posso essere considerato tranquillamente un “naturalista subacqueo”, uno di quelli che riesce a trovare meraviglia in un metro e mezzo d’acqua, senza andare troppo lontano, semplicemente osservando e cercando forme di vita meno scontate ed usuali, piccole e affascinanti, che richiedono una certa pazienza e sicuramente un certo colpo d’occhio. 
Sono un rompipalle insomma.

Esistono diverse categorie di subacquei. E qui si apre un mondo curioso di “capitale umano” altrettanto interessante, sia socialmente che evolutivamente. 

C’è il PRINCIPIANTE, ovviamente tutti noi abbiamo fatto parte di questa categoria, ma cerchiamo di negarla vedendo gli errori che comunemente un neofita compie e puntualmente criticandoli, facendo presente che “io no, questi errori non li facevo mica, dai, insomma, che ci vuole a farlo, ci sono certe persone che sono proprio impedite!” ed invece se ci fossimo registrati con una telecamera avremmo materiale di cui vergognarci per l’eternità e con cui essere ricattati nei secoli a venire. Ovviamente questi errori sono assolutamente normali e comuni e con l’esperienza non si fanno più, veroooooo????

Diver during a NightDive into the Housereef- Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
In opposizione alla suddetta categoria c’è l’ESPERTO, forse uno dei peggiori subacquei con i quali avere a che fare, lui non ha bisogno di spiegazioni, non gli serve il briefing, lo ascolta ma con un orecchio aperto e l’altro chiuso, sbadigliando ed annoiandosi, lui sa.  Questo è sufficiente. Ed è devastante. Per noi che lo dobbiamo sopportare. Non rispetta le regole e se ne va per i fatti suoi, si allontana dalla vista e devi perdere tempo a cercarlo, se gli fai vedere un animale o una pianta interessante o raro, che ne so magari un nudibranco (“lumache” di mare variopinte e tossiche, semplificando molto) non esattamente facile da trovare ti guarda come se ne avesse visti centinaia, se gli fai vedere le uova di un pesce ancorate ad un corallo, magari o un comportamento riproduttivo, un corteggiamento o una difesa territoriale, non si scompone, lui mangia pane e National Geographic, le tue lauree non contano nulla, il suo sguardo è eloquente, in acqua non si parla, ma la mimica facciale dice tantissime cose e la sua espressione assume un’aria di sufficienza per il quale tu vorresti chiudergli la bombola, ancorarlo al suolo, strappargli l’erogatore di bocca, fargli un taglio e vederlo morire mangiato da varie specie di squali mentre ti godi lo spettacolo. 

Dite che sono esagerato? Vedrete…

Se analizziamo meglio la categoria, possiamo ritrovare diverse sottocategorie e gruppi, come sottopopolazioni animali che non si mischiano, ah no eh? figuriamoci, stanno quasi per distaccarsi gli uni dagli altri come specie distinte, percorrono la strada lunga e tortuosa della speciazione, concetto evolutivo e biologico di cui pochi capiranno il senso, ma ve la butto lì così, tanto per far vedere che qualcosina so e confondervi un po’ le acque.

Me - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
C’è il PROFONDO, anch’esso ESPERTO ovviamente, quello che “per me un’immersione è come minimo una 40 metri, se no non la considero neppure” lui gode, letteralmente ad andare in profondità, per lui andare giù è la cosa più importante del mondo, e non va giù, va molto giù, se no non si diverte, lui è uno da 80 metri con due soste di deco, non gli interessa tanto se a 5 metri di profondità massima stanno passando delfini che giocano con i subacquei, “chissenefregadeidelfini! andiamo giù!” o uno squalo balena o un gruppo di mante, non guarda intorno a sé nemmeno se lo obblighi, è un drogato di profondità che non riesce a farne a meno, si sa il perché: la narcosi d’azoto, l’effetto disorientante e pericoloso della miscela contenuta nelle bombole, gli piace, gli piace un sacco, è il suo obiettivo, si è assuefatto ormai ad una certa profondità e vuole riprovare la stessa sensazione euforica della prima volta, insomma è un fattone. 
Insopportabile.

Divers into the Housereef- Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
C’è il TECNICO, altro personaggio che bisogna prendere con le pinze. Alcuni subacquei tecnici sono molto umili e preparati, altri invece sono deficienti nel cervello, in senso letterale, deficono di qualche neurone fondamentale al pensiero logico-razionale, si presentano come “tecnici” hanno attrezzatura che farebbe invidia a qualsiasi negozio, hanno contratto debiti probabilmente trentennali per poterla acquistare e fanno la felicità dei produttori. Ovviamente la loro attrezzatura non si può nemmeno guardare, altrimenti la rovini, come se il tuo sguardo penetrante scalfisse gli oggetti. Loro sono quelli delle miscele, quelli del rebreather loro stanno ore sott’acqua, se potessero avere le branchie neanche uscirebbero in superficie, poi li porti sott’acqua e non sanno nuotare neanche troppo bene, un criceto sovrappeso è più agile di loro, si muovono malissimo, sono brutti da vedere e faticano a compensare.

Incredibile.


Diver into the Housereef- Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved


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NIGHT DIVE UNA NUOVA EMOZIONE


I DELFINI DI SATAYA


ENGLISH VERSION

All divers are adventurous people.

Let's start with this assumption.

First of all because curiosity is the first step to start diving, and this in itself is a magnificent thing. Second, because to start to dive you have to commit at least a little and learn the technique, it’s not difficult at all, but you have to pay attention to many things like prepare the equipment, keep it clean and tidy, keep it in the correct way, remember all the steps of security when you begin to dive and a lot of information during the theory and practice course to take the diving license, whether if it’s the first one, or you’ll increase your experience with other brevets. Rather more you go forward, more informations you need and you must study concepts of physics, medicine, security, navigation, everything, and more.

So you have to be motivated.

But once you learn everything about these stuffs, things become simpler and the more you do the more it’s  simple and everything become natural to repeat in itself, and well ... you’re in front of a wonderful world, of which you just cannot stay away.

Obviously I'm biased, already I’m pretty strange for ordinary people, not for my fellow biologists, naturalists or safari guides, who share my vision (), but I can be considered quite an "underwater naturalist" , one of those who can wonder grim in 1 m of water, without going too far, simply observing and searching for life forms less obvious and usual, small and charming, which require some patience and certainly a coup d 'eye.
I’m a nerd in fact.

There are several categories of divers. And this brings us in a curious world of "human capital" just as interesting, both by a social and evolutionary point of vue. 

There is the BEGINNER DIVER, obviously we all have been part of this category, but we try to deny seeing the mistakes that commonly a neophyte performs and we regularly criticize him, pointing out that "I did’nt do these mistakes, come on, are you serious? Some people are not able to!" and instead if we had recorded with a camera our first course, we would have material to be ashamed forever and with which to be blackmailed for centuries to come. Obviously these errors are absolutely normal and common, and with the experience you don’t make them anymore, correct????

In opposition to this category there is the EXPERT DIVER, perhaps one of the worst divers with which to deal, he doesn’t need any explanation, he doesn’t need the briefing, he listens with one ear open and the other closed, yawning and bored, he knows. This is enough. And it’s devastating. For us that we have to dive with. He doesn’t respect the rules and goes wherever by his own, he moves away from the group and you have to waste time looking for him, if you see an animal or a plant interesting or rare, I mean maybe a nudibranch ( sea "snails" colorful and toxic, simplifying a lot) not exactly easy to find, he looks at you as if he had seen hundreds, if you show the eggs of a fish anchored to a coral, or maybe a reproductive behavior, courtship or territorial defense, he’s not flustered, he eats bread at National Geographic, your marine and ecologic biology degrees mean nothing, his gaze is eloquent, in water you cannot talk, but the facial expression says many things and its expression assumes an air of sufficiency for which you would like to switch off the his tank, anchor him to the ground, tear his the regulator out of his mouth, make him a cut and watch him die eaten by several species of sharks while you enjoy the show. 

You say you are exaggerated? You will see...

If we analyze this category, we can find several subcategories and groups, as animal subpopulations that do not mix, let them alone, they stay away from others as distinct species, on the long and winding road of speciation, evolutionary and biological concept that few o you will understand, but I'll throw it there as well, just to show you that I know a little and confuse you a little.

There is the DEEP DIVER, also EXPERT of course, what "diving for me is like a minimum 40 meters depth, otherwise I would not even consider it like a dive," he enjoys, literally, to go deep, for him to go down is the most important thing in the world, and he goes down, goes down a lot, no deep no fun, he likes 80 meters with two deco safety stops, he doesn’t care much if a maximum depth of 5 meters are passing dolphins playing with divers, "Idon’tcareaboutdolphins! come on let’s go down! "or a whale shark or a group of manta rays, he doesn’t look around him even if you force him, he is a junkie depth, you know why: nitrogen narcosis, the disorienting and effect, he likes it, a lot, it’s his goal, he is addicted to a certain depth and he wants to retry the same euphoric feeling of the first time, shortly, is a junkie. 
Unbearable.


There’s the TECHNICAL DIVER, another diver to stay away from. Some technical divers are very humble and prepared, while others are deficient in the brain, in the literal sense, they loose some fundamental neurons for the logical-rational thought, they introduce themselves as "technical divers" they have an equipment that would envy any diving store, probably they contracted thirty years debts to be able to buy it and bring happiness to the producers. Obviously their equipment cannot even watched by you, otherwise i twill be ruined, as if your piercing gaze can destroy objects. They are those of the mixtures, they are those of the rebreather, they stay hours underwater, if they could have gills tehy could not even come out to the surface, then when you take them underwater they cannot swim well either, an overweight hamster is more agile of them, they move badly, they are ugly to see and struggling to equalize. 
Incredible.


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martedì 17 marzo 2015

Africa, the mother land: Egypt. NIGHT DIVE, UNA NUOVA EMOZIONE

Fare immersione di giorno è bellissimo, farlo di notte è tutta un’altra cosa.
Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved


Primo perché di notte non c’è luce. “Ma va’? ma che scoperta!” “uff, lasciami andare avanti…” o meglio non c’è la luce naturale del sole, ma la luce c’è, la portiamo noi con le torce e le lampade.

Ci si immerge dal pontile nel nostro House Reef e si comincia l’immersione accendendo le lampade soltanto in acqua per far sì che non si surriscaldino, scendere ad una profondità di 9-10 metri al buio è molto suggestivo con le torce che illuminano la parete del Reef e che si muovono nell’acqua mentre si praticano le procedure per la compensazione e la ricerca dell’assetto.

Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Secondo perché di notte non si vedono le stesse cose che ci sono di giorno. E sono incredibili ed inaspettate. I pesci di notte dormono, o almeno quelli che hanno abitudini diurne, ovviamente. I pesci pappagallo (Scarus sordidus o S. bicolor) si trovano un anfratto e si ricoprono di un sottile strato di muco per proteggersi e mantenere la temperatura costante.


Ma tanti altri organismi sono belli svegli e sono in caccia. Prima fra tutte la murena gigante (Gymnothorax javanicus) che esce dalla sua tana in cerca di pesci, molluschi e crostacei da mangiare. Poi si possono incontrare a pelo d’acqua i barracuda, attirati dalla luce artificiale; possono essere piccoli oppure belli grandi come il barracuda maggiore (Sphraexena barracuda) ma non sono affatto pericolosi come la maggiorparte delle persone è indotta a pensare. Possiamo incontrare i Polpi (Octopus cyanae), le seppie e i calamari,
StoneFish - Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
i Lion Fishes (Pterois volitans) anch’essi in caccia in cerca di una preda, o lo StoneFish (Synaceia verrucosa) perfettamente mimetizzato tra le rocce ed i coralli, praticamente invisibile. Vedere i gamberetti (Stenopus indicus e Thor amboinensis) ed osservare varie stelle marine (Acanthaster planci e Protoreaster linckii) i nudibranchi, “lumache” marine dai colori sgargianti e se siamo fortunati la famosa Ballerina Spagnola (Hexabranchus sanguineus) flottare nell’acqua.


E poi c’è la Stella Gorgone (Astrospartus mediterraneus) un ofiuride, un organismo che si
Octopus - Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
vede solo di notte, o meglio di giorno sembra un ammasso irriconoscibile, una matassa, mentre di notte si apre in un ventaglio splendido e spesso di grandi dimensioni, per poi chiudersi rapidamente se gli si punta la luce addosso, formando dei riccioli per ogni tentacolo. E il suo cugino più piccolo, l’oligometra serripinna, un crinoide


Oloturie di varie dimensioni e mimetismo, insomma un sacco di cose interessanti.

Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
La temperatura durante una night dive, un’immersione notturna è più bassa di quella durante il giorno, anche se non varia di molto. È comunque opportuno essere ben equipaggiati per non disperdere troppo velocemente la temperatura corporea. E dotarsi di una torcia molto potente, in modo da illuminare a dovere la zona interessata.

Una delle cose più belle che si possono fare è inginocchiarsi sul fondo sabbioso in cerchio e spegnere le torce, rimanendo completamente al buio per qualche minuto. Sott’acqua. Ti da’ l’impressione di essere completamente perso nel nero più fondo, senti tutti i rumori, ma non puoi vedere assolutamente niente. Però puoi muoverti e agitare le mani e improvvisamente tantissime micro luci si accendono nell’acqua buia e nera.

La bioluminescenza del plancton.

È una meraviglia incredibile, ti sembra di essere in mezzo ad un mare di stelle, minuscoli corpi luminosi che si accendono reagendo al tuo movimento.

Una emozione incredibile.

Da quando ho cominciato a fare immersioni ho scoperto molto di me e anche tanto di quello che mi può stupire e il mondo è un posto meraviglioso così pieno di esperienze da vivere, di avventure da affrontare, di cose di cui meravigliarsi.


PlanKton during a Night Dive @House Reef- Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
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I DELFINI DI SATAYA


ENGLISH VERSION

Day diving is beautiful, night diving is another thing, entirely.

First, because there is no light at night. "Really? What a discovery! "" uff, let me go ahead ... "or rather there is no natural light of the sun, but the light is there, we carry it with torches and lamps.

We dive from the jetty in our House Reef and we begin the dive by lighting lamps only in water so that they are not heated, at a depth of 9-10 meters in the dark is very impressive with torches that illuminate the wall Reef and moving in the water while practicing the procedures for equalizing and searching buoyancy is different.

Second because at night you don’t see the same things that we can find during the day. They are incredible and unexpected. The fishes are sleeping at night, or at least those who have diurnal habits, of course. The parrotfish (Scarus sordidus or S. bicolor) is a ravine and is covered with a thin layer of mucus to protect and keep the temperature constant.

But many other things are cute lovely and in the hunting time. First of all the giant moray (Gymnothorax javanicus) that comes out of his burrow in search of fish and shellfish to eat. Then you can meet at surface barracudas, attracted by artificial light; can be small or large as the beautiful Greater Barracuda (Sphraexena barracuda) but they are not as dangerous as the majority of people is led to think. We can meet the Octopus (Octopus cyanae), cuttlefish and squid, Lion Fishes (Pterois volitans) also in hunting time searching for preys, or Stonefish (Synaceia warty) perfectly camouflaged among the rocks and corals, virtually invisible . You can see Shrimps (Stenopus indicus and Thor amboinensis) and observe various Starfish (Crown-of-thorns starfish Protoreaster linckii), Nudibranchs, marine "snails" with bright colors and if you are lucky you can find the famous Spanish dancer (Hexabranchus sanguineus) floating in water.

There is the Stella Gorgone (Astrospartus mediterraneus) an ofiurid, an organism that can be seen only at night, during day seems unrecognizable, a skein, while at night it opens into a fan splendid and often large, then close quickly if you point the light on him, forming curls for each tentacle. And its smaller “cousin”, the Oligometra serripinna, a crinoid

Sea cucumbers of various sizes and mimicry, shortly, a lot of interesting things.

The temperature during a night dive is lower than during the day, even if it doesn’t change much. However, it should be well equipped to avoid losing too quickly the body temperature. And adopt a very powerful torch, so as to light duty to the affected area.

One of the nicest things you can do is kneel on the sandy bottom in a circle and switch off the torches, remaining completely in the dark for a few minutes. Underwater. Will be the impression of being completely lost in the total black background, you hear all the noise, but you can not see anything. But you can move and shake hands and suddenly lots of micro lights come on in the water dark and black.

The bioluminescence of plankton.

It’s incredible, it seems to be in the middle of a sea of ​​stars, tiny luminous bodies that light reacts to your movement.

An incredible emotion.

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venerdì 13 marzo 2015

Africa, the mother land: Egypt. il paradiso delle Mangrovie

Cronaca di una giornata in Paradiso.
Hamata islands divespot - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Sono andato e sono tornato. 

E ne è valsa davvero la pena. 

Ho avuto l’opportunità di vedere una laguna naturale chiamata El Qulaan a pochi chilometri a Sud del Diving center, circa 30 – 40 min di strada, dopo aver fatto una mezza giornata di immersione alle isole di Hamata.

Hamata islands - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
La mia giornata comincia sempre presto, ma non troppo dai, partenza alle 8 del mattino dal Diving center direzione porto di Hamata, per prendere una speedboat, cioè un gommone, che ci ha portato in 40 minuti fino al sito di immersione, alle omonime isole (di Hamata, appunto). 
Arrivati al sito di immersione abbiamo preparato l’attrezzatura e ci siamo buttati in acqua, come di consueto, all’indietro (come i Navy Seals) al largo della barriera corallina che circonda queste isole. 
Abbiamo fatto una prima immersione in corrente, non troppo forte e abbastanza agevole, lungo la parete o “muro” che costeggia la terra. Ovviamente abbiamo visto di tutto e di più, e ogni volta che metto la testa sott’acqua mi stupisco sempre di quanta vita ci sia e di come io stesso riesca a meravigliarmi ogni volta. Poi c’è da dire che sono anche piuttosto strano, ho sempre il mio solito atteggiamento, cerco, scruto e guardo ogni corallo, ogni anfratto, ogni spazio in cerca delle cose più particolari: nudibranchi, oloturie, pipefishes o pesci ago (Doryamphus multiannulatus appartenenti alla stessa famiglia dei cavallucci marini), pesci, invertebrati, tartarughe, tutto insomma. Non mi limito a nuotare e godermi l’immersione, io devo cercare. È la curiosità scientifica che mi spinge o l’animo del naturalista, oppure più semplicemente la propensione all’avventura. Chissà…


Wadi El Gimal National Park - Hamata islands  - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Riemersi dalla nostra dive (immersione in inglese) la speedboat attraccata al di fuori del Reef, lo spettacolo è altrettanto appagante: una isola costituita da spiaggia bianchissima, sito di nidificazione di uccelli migratori, sul quale non si può attraccare ma solo avvicinarsi e rimanere sulla spiaggia senza addentrarsi all’interno dove le mangrovie e altre specie vegetali proteggono i nidi dei volatili che poi migreranno in Europa in primavera/estate.

Una meraviglia. Semplicemente.

White tip shark - Hamata islands  - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ci rilassiamo un po’ e poi proseguiamo su un’altra isola, dove la speedboat si ferma per la seconda immersione. Stesso procedimento: preparazione dell’attrezzatura e salto in acqua (sempre all’indietro) e giù in profondità, lungo il Reef. Giriamo alla fine di questo, dopo aver visto lion fishes (Pterois volitans), box fishes, pesci pagliaccio (Amphirion bicinctus) nei loro anemoni che si muovono nella corrente, blue spotted stingrays razze blu puntate(Taenyura lymna) sul fondo ed una serie incredibile di coralli dai milioni di colori e dalle forme più svariate e ci ritroviamo a nuotare a zig zag in mezzo a dei pinnacoli corallini altrettanto ricchi. Ad un certo punto, l’avvistamento più ambito da ogni subacqueo: uno squalo. Si tratta di uno squalo pinna bianca (Triaenodon obesus), uno squalo di barriera assolutamente non pericoloso e molto timido che appena si accorge di noi nuota in direzione obliqua, risalendo il reef e andando in superficie. Non era molto grande ma neanche proprio piccolino a dirla tutta. Fantastico.
El Qulaan Lagoon - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Finita questa immersione torniamo sulla terra tramite il gommone. Saliamo sul pulmino e ci spostiamo a Nord, fino a El Qulaan. La laguna – Paradiso.

E proprio di un paradiso si tratta, perché è formato da una antica barriera corallina che blocca l’avanzata del mare, ma che dovuta a vari movimenti geologici è rimasta isolata che si è “spostata” più al largo. Perciò ora dove c’era il Reef, la zona è stata popolata dalle mangrovie, le uniche piante arboree (cioè alberi) che sono in grado di resistere all’acqua salata e salmastra e che trovano l’habitat ideale per crescere, chiudendo ulteriormente la laguna.

Mangrove tree - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Questo bacino chiuso è di una bellezza che lascia senza fiato. Acqua cristallina con sabbia bianchissima che forma una striscia calpestabile che arriva fino all’unico albero in direzione del mare, degradando all’interno e donando sfumature di azzurro e di verde che passano dal topazio al turchese, mescolandosi con il cobalto ed il verde foglia.




Meraviglioso. Semplicemente meraviglioso.

Mangrove tree - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Tutto attorno alla laguna le mangrovie proteggono la spiaggia dall’avanzata del deserto e consolidano nello stesso tempo il terreno, fornendo rifugio a moltissime specie avicole, cioè di uccelli che qui fanno il nido. 2 specie diverse di gabbiani (Larus leucophtalmus e Larus hemprichi), 2 specie di aironi (l'arione golia, Ardea goliath e Egretta gularis), falchi pescatori (Pandion haliaetus) e ballerine, rondini (Hirundo rustica). Ma non soltanto uccelli, granchi violinisti (Uca lactea) che scavano tane nella sabbia, piccoli pesci di barriera che tra le loro radici nell’acqua profonda pochi centimetri riescono a proteggersi da predatori, insetti come le damigelle e le libellule. 

Una biodiversità entusiasmante, tra il silenzio del deserto, il vento e il sole.
Mangroves - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved

C’è una tenda beduina sulla spiaggia, dove proteggersi dal sole, bere caffè beduino e thè alla menta e se si vuole, fumare una Shisha, che noi normalmente chiamiamo Narghilè. Amo il caffè beduino, con il suo misto di aromi provenienti dalle erbe colte dai beduini nel deserto, e dopo averlo gustato, di solito procedo ad esplorare l’ambiente che mi incuriosisce. Lo so, sono incorreggibile, ma come si fa a non incuriosirsi di fronte a questo Paradiso? Ogni volta è un’emozione diversa, quando poi il sole sta per calare ed il vento si calma, i falchi escono per cacciare i pesci, planano a pelo d’acqua catturandone uno e risalgono in aria contro la luce morbida ed obliqua del tramonto egiziano, a perdersi tra le montagne di Wadi el Gimal, ad Ovest, siamo nel Parco Nazionale.

Un altro deserto, un’altra luce, un’altra giornata finisce into the Wilderness.



Bedouin tent - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved

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I DELFINI DI SATAYA



ENGLISH VERSION

Chronicle of a day in Paradise. I went and I came back. And it is all worth it. I had the opportunity to see a natural lagoon called El Qulaan a few kilometers south of the Diving center, about 30-40 min drive, after a half day of diving in Hamata islands divespots.

My day always starts early, but not too much from, starting at 8:00 am from the Diving Center towards the port of Hamata, to take a speedboat, , which took us 40 minutes navigation to the dive site, the famous islands (Hamata, in fact). 
Arrived at the dive site we prepared the equipment and we jumped in the water, as usual, backward (like the Navy Seals) off the coral reef that surrounds the islands. We made a first drift dive, not too strong and fairly easy, along the wall. Obviously we have seen it all and more, and every time I put my head under water I am always astonished by how much life there is and how I manage myself to amaze me every time. Then it must be said that I am also quite strange, I always have my usual attitude, I scan and watch every coral, every corner, every space searching for something special: nudibranchs, sea cucumbers, pipefishes (Doryamphus multiannulatus belonging to the same family of seahorses), fishes, invertebrates, turtles, everything in fact. I don’ t just swim and enjoy the dive, I must search. It’s the scientific curiosity that drives me or the mood of the naturalist, or simply the propensity for adventure. Who knows...

Emerged from our dive,the speedboat docked outside the reef, the show is just as rewarding: an island made up of white beach, nesting site for migratory birds, on which you can not dock but only get close and stay on beach without going inside where the mangroves and other plant species protect the nests of the birds which then migrate to Europe in spring / summer.

Amazing. Simply amazing.

We relax a bit and then we go to another island, where the speedboat stops for the second dive. Same process: preparation of the equipment and jump into the water (always backwards) and down deep, along the Reef. We turn to the end of this, after seeing lion fishes (Pterois volitans), box fishes, nemo fishes (Amphirion bicinctus) in their anemones that move in the current, blue spotted stingrays (Taenyura lymnaon the bottom and an amazing array of corals of the millions of colors, of various forms and we find ourselves swim zigzagging among the coral pinnacles equally rich of marine life. immediately, the sighting more coveted by every diver: a shark. It‘s a whitetip reef shark (Triaenodon obesus), absolutely not dangerous and very shy, he just realized we swimmed and he swom in an oblique direction, along the reef and going to the surface. It was not very large but  evennot a little one to be honest. Fantastic.

After this dive we return to the land through the speedboat. We get on the bus and we move to the North, up to El Qulaan. The Paradise - lagoon.

It’s a paradise in fact, because it’s formed by an ancient coral reef that blocks the advance of the sea, but due to various geological movements it was isolated and “moved" further offshore. So now where there was the Reef, the area was populated by mangroves, the only trees that are able to withstand salt water and brackish and whom find the ideal habitat to grow, closing further the lagoon. This closed basin is breathtaking beautyful. Crystal clear water with white sand that forms a walkable strip that reaches the only tree in the direction of the sea, degrading inside and giving shades of blue and green that pass from topaz, turquoise, mixed with cobalt and green leaf colour.

Wonderful. Just wonderful.

All around the lagoon mangroves protect the beach by the advance of the desert and consolidate at the same time the soil, providing shelter to many bird species, that birds nest here. 2 different species of seagulls  (Larus leucophtalmus and Larus hemprichi), two species of herons (Goliath Heron, Ardea goliath and Reef Heron Egretta gularis), ospreys (Pandion haliaetusand dancers, swallows (Hirundo rustica) But not only birds, fiddler crabs (Uca lactea) who dig burrows in the sand, small reef fishes that among their roots deep in the water a few inches can be protected by predators, insects such as dragonflies and damsels. An exciting biodiversity, between the silence of the desert, the wind and the sun.

There’s a Bedouin tent on the beach, where you can find protection from the sun, drinking Bedouin coffee and mint tea and if you want, smoke a shisha, which we normally call Narghilé. I love Bedouin coffee, with its mixture of aromas of herbs taked by Bedouins in the desert, and after having drinked, I usually proceed to explore the environment that intrigues me. I know, I am incorrigible, but how can you not be curious in front of this paradise? Every time is a different emotion, then when the sun is falling down and the wind is calm, the hawks come out to hunt fish, gliding on the water, capturing one and go back in the air against the soft light and oblique Egyptian sunset, to get lost in the mountains of Wadi el Gimal, to the West, we are in the National Park.


Another desert, another light, another day ends into the Wilderness.

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SATAYA'S DOLPHINS

venerdì 6 marzo 2015

Non c'è avventura senza Video - There's no Adventure without videos: SWIMMING WITH DOLPHINS PT II



Non c'è Avventura senza video giusto? Mar Rosso what else?

TERZO video preparato per voi dall'Egitto: SWIMMIMNG WITH DOLPNINS PT II - MARSA ALAM

Buona visione


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There's no Adventure without video, don't you think? Egypt, what else?

Here the THIRD video made for you from Egypt: SWIMMIMNG WITH DOLPNINS PT II - MARSA ALAM

Have a good vision

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martedì 3 marzo 2015

Africa, the mother land: Egypt. Mr Dugongo

“Hey man, how was the excursion?” “good, but no Andrea, no Dugong, it’s seems you are Mr. Dugongo”

I ragazzi mi prendono in giro così.

In effetti la cosa è strana, la prima escursione che ho fatto quando sono arrivato in Egitto era proprio per l’avvistamento del Dugongo, uno dei mammiferi marini più interessanti e minacciati. E proprio in quell’occasione l’abbiamo avvistato, poi anche tutte le altre volte è andata così, e devo dire di ritenermi fortunato. Non è molto comune avvistarlo e con gli animali selvatici liberi una buona dose di fortuna non fa male.
Dugong - SeaCow - Marsa Egla - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
In primis perché il progetto che sto seguendo (IL PRIVILEGIO DI LAVORARE IN CIABATTE) presso il TGI DIVING MARSA ALAM mi sta offrendo l’opportunità di vivere in mezzo alla natura in continuo, di vedere posti incredibili e di fare scoperte e avventure sempre nuove e ricche di emozione. E per questo devo ringraziare la persona che ha ideato il progetto e che lo segue direttamente, una che non esito a definire una gran donna, con un bel caratterino ma che ci vede lungo e fa le cose come bisogna farle: facendole. Alessandra Sicilia.

Io e Ale ci siamo conosciuti in Italia, durante un corso di formazione e ci siamo capiti al volo, io non so stare fermo a far niente neanche se mi obbligano, ho una fame di scoprire e di conoscere che mi divora e lei ha una forte personalità e un sacco d’esperienza nel mondo del diving. Perciò abbiamo cominciato a legare immediatamente.
Dugong - SeaCow - Marsa Egla - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Praticamente un’associazione a delinquere, anche perché se decidiamo una cosa, non ci piove che non la facciamo. Lei e suo marito Lollo sono delle persone meravigliose, e hanno negli occhi quella scintilla che ti comunica “hey mi hai guardato bene bene in faccia? Non sono mica un pischellino di primo pelo!” e pure loro non ce la fanno mica a stare fermi. Perciò capite che quando Alessandra mi ha chiamato e mi ha proposto di mettere insieme il progetto e di partire, potevo forse dire di no? Sarei stato un’imbecille e tra i 1000 difetti che ho, questo non lo sono di certo.


Date a Cesare quel che è di Cesare, e direi che il merito va tutto a lei, peraltro se lo merita.

Ma torniamo al nostro amico Dugongo.

Il dugongo è un mammifero marino, ma è l’unico cetaceo erbivoro. “Scusa non è che potresti spiegarti meglio? Come al solito non si capisce niente…”, “adesso ci arriviamo”.

Appartiene all’ordine dei Sirenidi, la parola deriva proprio dalle sirene perché in epoca antica era stato confuso esse. Non a caso infatti possiede delle caratteristiche particolari: una lunga coda con pinna caudale bilobata che muove lentamente, ma molto efficiente, due pinne pettorali che vengono usate soprattutto per ancorarsi al suolo, poi vedremo perché, più che per muoversi e la posizione delle ghiandole mammarie decisamente inconsueta, il alto sul petto, cosicché da assomigliare proprio ad un seno femminile. 

Et Voilà la leggenda è fatta.

Dugong - SeaCow - Marsa Egla - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ma non è l’unico mammifero che possiede un “seno” nella stessa posizione che abbiamo noi esseri umani, peraltro in comune a tutti primati, e sapete quali sono gli altri due? Ve lo dico io, l’Elefante e la Procavia. Inaspettato vero? In realtà sono strettamente correlate da un punto di vista evolutivo, hanno cioè un progenitore comune, non molto lontano, terrestre e di piccole dimensioni, che poi grazie alle pressioni evolutive si è “differenziato” in diversi animali, i cetacei, gli elefanti e le simpatiche procavie che hanno in comune diverse qualità, tra cui il modo di emettere suoni nello spazio chiamato ecolocazione e alcuni modi di comunicazione. 

Ma il nostro Mr. Dugongo è unico nel suo genere, infatti mentre tutti gli altri cetacei, sia che si tratti di delfini (odontoceti) piuttosto che balene (misticeti) sono strettamente carnivori, lui è erbivoro. 
Si nutre di una pianta marina che cresce soltanto in alcune baie (Marsa in arabo) in diverse parti del mondo, soprattutto in Mar Rosso. “piano, piano…piante marine? Vorrai dire alghe!” “no, no voglio dire proprio piante” si tratta di fanerogame marine che hanno un sistema radicale di ancoraggio al suolo, un fusto, delle foglie e fanno fiori emettendo polline, avendo una riproduzione sessuale proprio come le piante terrestri, ce n’è una anche nel mediterraneo si chiama Posidonia, ne avete mai sentito parlare?
Dugong - SeaCow - Marsa Egla - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Il nostro amico Dugongo divide il pasto con le tartarughe verdi in queste praterie marine dove scava dei sentierini a raggiera, molto simili a quelli che si trovano in savana che chiamiamo “game tracks”, le “dugongo tracks”, brucando con una certa fame questa tenera erbetta. E ne deve mangiare parecchia! Lui può arrivare tranquillamente fino a 4 m per 400 kg ed è un gigante tranquillo e rilassato senza particolari nemici naturali. A parte l’uomo ovviamente. È un mammifero e quindi dipende dall’aria che respira in superficie e ogni 8 minuti circa deve tornare in superficie per prendere una boccata d’aria, e lo fa senza troppe preoccupazioni.

Nonostante non sia assolutamente pericoloso per l’uomo e per niente aggressivo, bisogna comunque avere un certo codice di comportamento quando si avvicina un esemplare. Primo, non toccarlo (altrimenti vi stacco le mani) secondo non stargli troppo vicino e non troppo addosso, lui sta sul fondo e voi in superficie a fare snorkeling, ma direi che affollare troppo l’area non è cosa consigliabile potremmo disturbarlo e quindi, non volendo, scacciarlo da casa sua. Oltretutto personalmente ho una regola, che viene rispettata anche dai miei colleghi del diving, dopo circa un quarto d’ora di osservazione si ritorna a riva e si cerca di far capire agli ospiti, che sono fortunati ad aver avuto l’opportunità di vedere un animale in via d’estinzione, e che può essere sufficiente così, non credete? È molto meglio non disturbare troppo un animale, in modo da avere l’opportunità di rivederlo in un’altra occasione piuttosto che scacciarlo. Possiamo godere della natura in maniera diversa, più etica e a scopo conservazionistico, in modo migliore.

Green Sea Turtle - Marsa Egla - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved


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IL PRIVILEGIO DI LAVORARE IN CIABATTE

I DELFINI DI SATAYA




ENGLISH VERSION

"Hey man, how was the excursion?" "Good, but no Andrea, no Dugong, it's Seems you are Mr. Dugong"

The guys tease me so.

Indeed, the strange thing is, the first hike I did when I arrived in Egypt was just for the sighting of the Dugong, one of the most interesting and threatened marine mammals. And on that occasion we spotted, then also all the other times it went well, and I must say I feel lucky. It’s not very common to spot him and with wild animals free a good amount of luck doesn’t hurt

Primarily because the project I'm following (THE PRIVILEGE TO WORK IN FLIP FLOPS) at TGI DIVING MARSA ALAM is giving me the opportunity to live in nature continuously, to see amazing places and to make discoveries and adventures are always new and full of emotion. And for this I have to thank the person who conceived the project and that follows directly, one I don’t hesitate to call her a great woman with a temper but she looks far away and things to be done are done: Alessandra Sicilia.

Me and Ale we met in Italy, during a training course, and we understand each other immediately, I can not sit still and do nothing even if you force me, I have a hunger to discover and to know that consumes me and she has a strong personality and a lot of experience in the world of diving. So we started to bond immediately. Practically a criminal crew, because if we decide one thing, there's no doubt that we do not do it. She and her husband Lollo are wonderful people, and they have that spark in their eyes that tells you "hey I have a good look at my face? I'm not a nerd! "And they are not able to stand still. So understand that when Alexandra called me and asked me to put together the project and leaving, I could possibly say no? I would have been stupid, and between 1000 flaws that I have, for sure stupid I’m not.

Give to Caesar what is Caesar's, and I would say that the credit goes to her, however, she deserves it.

But back to our friend Dugong.

The dugong is a marine mammal, but it’s the only cetacean herbivore. "I'm sorry can you explain? As usual do not understand anything ... "" Now we get there. "

It belongs to the Sirenia order, the word derives from the mermaids because in ancient times it has been confused with them. Not by chance that owns the particular characteristics: a long tail with bilobate tail fin that moves slowly, but very efficient, two pectoral fins which are mainly used for anchoring to the ground, then we will see why, rather than to move and the position of the mammary glands very unusual, the upper chest, so as to resemble their own to a female breast. 

Et Voilà the legend is made.

But it’s not the only mammal that has a "breast" in the same position with human beings, however, common to all primates, and you know what are the other two? I tell you, the Elephant and the Hyrax. Unexpected true? Actually they are closely related to an evolutionary point of view, that is, they have a common ancestor, not very far, land based and small, who then thanks to evolutionary pressures was "differentiated" in different animals, whales, elephants and nice hyrax that share several qualities, including how to make sounds in space called echolocation and some ways of communication. But our Mr. Dugong is unique, in fact, while all other cetaceans, whether it be of dolphins (toothed whales) rather than whales (baleen whales) are strictly carnivores, it’s herbivorous. It feeds on a marine plant that grows only in some bays (Marsa in Arabic) in different parts of the world, especially in the Red Sea. 
"Slowly, slowly ... marine plants? You mean seaweeds = algae! "" No, no I mean plants” 
seagrasses that have a root system to anchor to the ground, a stem, leaves and flowers are emitting pollen, having a sexual reproduction just like land plants, there is one in the Mediterranean also called Posidonia, have you ever heard about? Our friend Dugong divides the meal with green sea turtles in these seagrass prairies where it digs little pathways radially, very similar to those found in the bush that we call "game tracks", the "dugong tracks", grazing with a certain hunger this tender grass. And it needs to eat a lot! It can easily grow up to 4 m per 400 kg and is a calm and relaxed giant and without natural enemies. A part of the man of course. 
It’s a mammal and therefore depends on the surface and from the air to breathe every 8 minutes it must return to the surface to take a breath of air, and does so without too many worries.

Although not absolutely dangerous to humans and not at all aggressive, you really have to have a certain code of behavior when approaching a specimen. 
First, do not touch it (otherwise I will deadlift your hands) according not keep up too close and not too much above him, he is on bottom and you on surface to snorkel, but I would say that the area is not to crowd too, advisable thing could disturb him and then, not wanting, cast it out from its house. 

Besides, I personally have a rule, which is respected by my colleagues of the diving center, after about fifteen minutes of observation we come back to land trying to make it clear to the guests, we are lucky to have had the opportunity to see an endangered animal, and that may it’s enough, don’t you think? 
It’s better not to disturb an animal, so you have the opportunity to see it again another time rather than drive it out. We can enjoy nature in a different way, more ethical and conservation oriented, in the best way.

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