Normalmente non parlo delle altre
persone all’interno del blog, racconto storie con spunti di riflessione, perciò
di solito non vedete post che raccontano le storie degli altri. Tranne quando
queste storie sono così potenti da colpirmi. Simona ha una forte personalità.
Simona mi ha colpito.
Simona viene dalla mia stessa
città: Aosta. Lassù tra boschi e valli d’or…eh sì proprio da lì parte questa
storia.
Simona è una expat (espatriata in
gergo, cioè in inglese ;-) ) vive e lavora con suo marito in Germania.
La sua non è una storia di
disperazione, non è una ricerca di lavoro o di soldi, quello ce l’aveva già, e
anche piuttosto buono, un lavoro sicuro, un posto nel Fondo Sociale Europeo per
la Regione Autonoma Valle d’Aosta, praticamente inossidabile. Inattaccabile.
Stimolante e difficile da ottenere, dopo un concorso di quelli tosti, ha
sbaragliato la concorrenza e si è presa quello che voleva, durissimo. “Ok è
fatta giusto? Ormai ci sei, hai ottenuto un buon lavoro, ora puoi stare
tranquilla no? Di che cosa ti preoccupi? Cosa vai cercando diamine, mettiti un
po’ tranquilla Santo Dio!”
Simona ha una forte personalità.
Ha
la netta sensazione che qualcosa non giri per il verso giusto, non vede il suo
futuro, le sembra di salire su una giostra, anzi di essere obbligata a salire
proprio su QUELLA giostra, e lei però non vuole salirci, la giostra appunto la
decidono loro. Qualcosa in lei si smuove, ha dubbi, paure, le persone le
diventano improvvisamente estranee, le sembra che non la capiscano, si confida
e si trova non capita. Ma lei è “quella che fa quello che vuole non quello che
deve” ha una certa esperienza lavorativa, e compie una scelta.
L’idea è di suo marito, non sua.
Insieme fanno una valutazione della qualità della vita in relazione alle
capacità lavorative e scelgono: sarà la Germania.
Compie un’altra scelta. Decide
inizialmente di NON lavorare, ma di ambientarsi e studiare la lingua,
investe
su sé stessa e si integra quasi subito. Vivono a Freising, non a Monaco e
questo li aiuta parecchio, non c’è la confusione delle grandi città europee,
c’è la Germania, quella vera. E lì scopre cosa vuole fare da grande, 3 cose:
scrivere, ha un blog bellissimo e molto ben fatto, andate a dargli un’occhiata
e seguitela (http://www.einespressobitte.com/); cucinare, una grande passione sviluppata proprio durante il
periodo di ambientazione, perché per imparare e cucinare bene, bisogna
dedicarcisi e lavorando tantissimo non è che hai tanto tempo per farlo non
credete? “ sono diventata brava dedicandomi” mi dice con molta umiltà, ma io
sospetto che sia sempre stata portata, e lavorare nel marketing, dove sviluppa
le sue doti di comunicatrice.
Il blog in particolare è molto
ironico e leggero, seppur affronti argomenti di un certo spessore perché “la
gente non vive con leggerezza, ma sente un gran bisogno di averla” e comincia
ad osservare gli altri expat, non solo italiani. Avverte un’energia negativa,
una continua e pesante lamentosità, come un’attitudine a guardare al passato, a
ciò che manca e non a ciò che può essere goduto nello stare in un altro paese
ma, mi dice lei, e io non posso che essere assolutamente d’accordo, “ se
costruisci muri è impossibile andare avanti, non ti stai integrando, stai
rifiutando”. Costruisce il blog come lei sa fare e si mette completamente in
gioco, mette alcuni paletti e regole precise: una critica deve essere fondata,
non accetta la negatività fine a sé stessa, “sul web si sta con un obiettivo e
se il tuo è distruggere, beh non sei un mio lettore e non voglio che tu mi
legga, la polemica sterile la lascio al di fuori, io imparo da chi mi segue”.
Non le interessa la notorietà, i likes su Facebook non sono importanti, accetta
solo quello che rimane connesso alla sua mentalità, non vuole compromessi,
devono essere cose attinenti ai suoi argomenti e alla sua visione, la
pubblicità che ha e le collaborazioni sono scelte ed approvate da lei soltanto.
Dal blog emerge perfettamente la sua personalità, lei fa quello che vuole, non
quello che deve.
Questa forza le è
venuta dopo una brutta esperienza di salute, lì ha cominciato a capire alcune
cose di sé che poi perfezionerà in seguito con l’esperienza, ha imparato a
stare con sé stessa, molti sono spariti, ma lei non si è persa d’animo, sono
cose che uno non vorrebbe avere, ma che ti insegnano molto. Ha sviluppato
questa forza di non piegarsi e dire sempre le cose come stanno, anche se questa
forza l’aveva già, ha dovuto tirarla fuori e ora, beh, ora non molla mai.
Il messaggio del blog è arrivato
forte e chiaro, recepito con grande rispetto: è una ricerca attiva della
positività, un cambiamento di passo, anche nell’espatrio. La gente rivolge sempre
lo sguardo su chi non si trova bene, alimentando la propria negatività, mentre
il suo messaggio è opposto, guardando come uno riesce ad integrarsi, anche gli
altri possono riuscirci, bisogna essere open minded. “bisognerebbe insegnare a
guardare fuori dalla finestra, invece che nel cortile dell’altro diprezzandolo.
Ci hanno insegnato ad appartenere: alla famiglia, alla religione, al partito
politico. Io non appartengo a niente e nessuno, non sono una proprietà.” Ottima
osservazione sulla condizione delle donne nel mondo, non solo in Italia. “non
ho scelto io dove nascere, è stato un caso, sono italiana ma non appartengo al
mio paese, non ho confini, posso andare dovunque” scardina con una frase
l’ipocrisia di fondo che muove alcuni quando ti criticano per la scelta che hai
fatto. “sono stata dipendente, imprenditrice, ho lavorato nel settore pubblico”
ha indubbiamente contribuito per il “suo” paese.
È una rivoluzionaria, ha
compiuto una scelta e questa è rispettabile ed indiscutibile in quanto tale, ed
è profonda.
È felice, e questo conta.
Ha
raggiunto i suoi obiettivi e ha davanti a sé nuovi stimoli e nuovi obiettivi,
ha un atteggiamento positivo in ogni campo.
Prima era in una perenne
adolescenza, mi racconta, ora l’inquietudine si è trasformata in fame di
sapere, provare cose nuove, avere nuovi stimoli, non sente pressioni,
condizionamenti, aspettative. “perché devo crearmi un problema dove non c’è? Se
c’è lo affronto” e ancora” non riuscivo a fare niente di quello che volevo in
Italia, niente di quello che gli altri si aspettavano da me” bisogna avere
coscienza di sé e riconoscere i propri limiti ma anche i propri pregi, lo si
può imparare tutti i giorni con molta umiltà.
È un atteggiamento positivo il
suo, con i piedi ben piantati per terra, prende sempre della positività dagli
altri, anche quando sembra non esserci.
Simona ha una grande personalità.
E si vede.
Io la conosco da quando siamo adolescenti e ne sono orgoglioso
Ha compiuto una scelta.
Ha seguito il Coniglio Bianco e
sta vivendo la sua Avventura, con positività.
Vi ricordo il suo Blog: assolutamente da vedere e seguire: http://www.einespressobitte.com/
E se volete scrivere a Simona:
Ah dimenticavo... ecco Simona durante le feste di Natale!!!!
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