Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

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Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

mercoledì 27 maggio 2015

Africa, the mother land: Tanzania. Il viaggio / The trip

Dar es Salaam è un casino.

Una città enorme, sembra infinita, con un traffico pazzesco e un sacco di gente che fa di tutto, ma proprio di tutto, ovviamente per strada. È una metropoli africana insomma. Non diversa dalle altre ma nello stesso tempo unica. Sono stato lì 3 giorni e mi è piaciuta, ma ovviamente non era la mia meta.

La mia destinazione era Mdonya Old River Camp, nel Ruaha National Park, attualmente il parco nazionale più grande e il più wild al centro sud della Tanzania.

The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
Ci sono arrivato, ma ci ho messo un po’. Non perché sia particolarmente distante, solo 550 km da Dar es Salaam, e di solito è servito da aerei tipo Chessna o simili, con l’airstrip presente all’interno del parco, quindi per coloro che si recano in safari è piuttosto semplice arrivare.

Non per me.

Io sono partito da Dar es Salaam in macchina, un veicolo aperto, da game drive, e un pick up carico di materiale. Partenza ore 5:30 del mattino, almeno questo era il programma, ma abbiamo avuto qualche contrattempo. Per fortuna era domenica, quindi in realtà non c’era molto traffico rispetto al solito, ma se comparate il lunedì mattina in Tangenziale a Milano o sul Grande Raccordo Anulare di Roma, si potrebbe dire tranquillamente il doppio. Non male eh?

The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
In città è pieno di gente che fa jogging, ma non come lo faremmo noi, gruppi di 50 persone insieme di diversa età che si ritrovano per correre la mattina in giro per la metropoli, meraviglioso vederli che attraversano la strada ognuno con una maglietta diversa, ma senza quelle tecnicissime scarpe, t-shirt e pantaloncini antisudore. Costeggi alcuni slum, non sono proprio bidonville, direi piuttosto quartieri nati per caso che si arrampicano su per le colline, senza alcun progetto di sviluppo edilizio, sovrapopolati, senza fognature ovviamente o strade vere e proprie tra baracche improvvisate e tetti di lamiera. Ovviamente la gente si attrezza al meglio e non manca proprio nulla, c’è anche la palestra di quartiere, con pesi e corsi, c’è anche il crossfit, e ho notato una palestra di boxe, dove mi sarei infilato volentieri a tirar due pugni ad un sacco, sapete com’è, istinto.

The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
Comunque di per sé è un viaggio bellissimo. Su una strada asfaltata A7 che collega la città di Dar a quella di Iringa, una delle strade principali, perfettamente tenuta a dirla tutta, con un sacco di camion e un sacco di auto, ma senza incidenti ed un traffico scorrevole. Si attraversano diversi villaggi, ognuno con la sua tipica confusione e il suo tipico ordine, mi stupisco sempre un po’ perché ogni volta che capito in un villaggio africano sulla strada principale c’è sempre questo casino imperante, come se tu fossi costantemente al mercato, ma tutto procede senza intoppi, tutto scorre liscio e senza fretta, ma continuo, almeno questa è la mia impressione.

The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
Abbiamo passato il Parco Nazionale di Mikumi, la strada ci passa in mezzo, e abbiamo visto zebre, gnu, elefanti, giraffe etc…abbiamo fatto colazione, più un pranzo a dire la verità, in un posto tranquillissimo con un sacco di gente. Comunque anche qui abbiamo avuto qualche intoppo: la polizia ci ha fermato 6 volte, hanno i rilevatori di velocità sempre puntati e anche se il tuo tachimetro indica 45 km/h loro ti mostrano 70 km/h magari di un’altra macchina e tu non puoi, o comunque è molto meglio, non contestare. Ad un certo punto, all’inizio delle montagne Udzungwa, costeggiando l’omonimo Parco Nazionale, abbiamo avuto un problema tecnico con l’auto, che ha deciso di fermarsi nel cuore delle stesse lontano da ogni possibile villaggio. Il meccanico ha provato ad aggiustare il “contrattempo” ma abbiamo dovuto passare gran parte della notte all’aperto, in mezzo alla foresta. Capita in Africa. Beh ragazzi, una figata!

The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
Una foresta bellissima, verdissima, incredibilmente varia, me la sono proprio goduta. A parte il fatto che faceva un freddo pazzesco, vi ricordo che IN AFRICA NON FA CALDO, almeno non in tutta l’Africa e non in tutti i momenti della giornata. Siamo ripartiti ad una certa ora della notte per arrivare ad Iringa di mattina presto. Ho riposato in una guest house un paio di ore e dopo pranzo siamo ripartiti per il Ruaha.

Ruaha National Park's Gate Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
Ci ho messo due giorni ad arrivare nel Parco, è stata impegnativa, ma immediatamente arrivato all’ingresso dello stesso mi sono sentito come se fossi a casa, l’ambiente che preferisco savana alberata a miombo. Baobab ovunque e paesaggi incredibili. Dall’ingresso del Parco fino al campo ci vuole circa un’ora e mezza, si attraversa quasi subito il fiume Ruaha, una pista bellissima in mezzo al bush. All’arrivo nel campo ho incontrato subito gli elefanti che vivono nella zona intorno e spesso all’interno dello stesso.

Un benvenuto meraviglioso, un ottimo inizio direi.

Track in the bush - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved 
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LA FINE DI UN'AVVENTURAl

ENGLISH VERSION

Dar es Salaam is a mess.

A huge city, it seems endless, with a crazy traffic and a lot of people that does everything, absolutely everything, obviously  in the street. It is an African metropolis in short. Not different from the others but at the same time unique. I was there for three days and I liked it, but obviously it was not my goal.

My destination was Mdonya Old River Camp in Ruaha National Park, actually the largest national park in the south center and the wildest of Tanzania.

I got there, but it took me a while. Not because it is very far, just 550 km from Dar es Salaam, and it’s usually served by aircraft Cessna type or similar, with the airstrip inside the park, so for those who go on safari is quite easy to get.

Not for me.

I left from Dar es Salaam by car, an open “game drive” vehicle and a pick up a full of material. Departure at 5:30 am, at least that was the plan, but we had some mishap. Luckily it was Sunday, so really there was not much traffic than usual, but when compared on Monday morning in a Milan main road or GRA of Rome, you could safely say twice. Not bad eh? 
In the city it’s full of joggers, but not as in Europe, everybody alone, but groups of 50 people together with different ages who find themselves in the morning to run around the city, wonderful to see them crossing the road each one with a different t-shirt, but without those technical shoes, t-shirt and anti sweat pants. You can see some slums, tehy are not properly shanty towns, I would say quite neighborhoods born by chance that climb up the hills, without any development project, overpopulated, without sewers or roads obviously true of makeshift shacks and tin roofs. Obviously people will equip the best and nothing is missing, there is also a neighborhood gym, with weights and courses, there is also the crossfit, and I noticed a boxing gym, where I would have put on willingly to pull two punches, you know, instinct.

However in itself it’s a beautiful journey. On a paved road A7 that connects the city of Dar to Iringa, along a main road, perfectly bound to be honest, a lot of trucks and a lot of cars, but no accidents and traffic flowing. You go through different villages, each with its typical confusion and its typical order, I am always astonished a little because every time I arrive in an African village on the main road there is always this mess prevailing, as if you were constantly at the market but everything is going smoothly, everything runs smoothly and without hurry, but I still, at least this is my impression.

We pass the Mikumi National Park, the road passes in between, and we saw zebras, wildebeest, elephants, giraffes etc ... we had breakfast, plus lunch to tell the truth, in a very quiet place with lots of people. However, even here we had some difficulties: the police stopped us 6 times, have always pointed speed detectors and even though your speedometer shows 45 km / h they will show 70 km / h maybe another car and you don’t or at least it is much better not to contest. At one point, at the beginning of the Udzungwa Mountains, along the homonymous National Park, we had a technical problem with the car, it decided to stop in the heart of the same, away from every possible village. The mechanic tried to adjust the "setback" but we had to spend most of the night in the open air, in the middle of the forest. It happens in Africa. Well guys, pretty cool!

A beautiful forest, very green, incredibly varied, I've just enjoyed. Apart from the fact that it was so crazy cold, remember,IN AFRICA IT'S NOT HOT , at least not in the whole of Africa and not at all times of the day. We left at a certain time of the night to get to Iringa early morning. I rested in a guest house a couple of hours and after lunch we left for the Ruaha.

It took me two days to get to the park, has been challenging, but immediately arrived at the entrance of the same, I felt like I was at home, the environment I prefer  a wooded miombo savanna. Baobabs everywhere and amazing sceneries. From the entrance to the camp it takes about an hour and a half, almost immediately you cross the Ruaha River, a beautiful track in the middle of the bush. Upon arrival in the camp I met immediately elephants living in the area around and often within the same
.

A wonderful welcome, a good start I think.

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THE END OF AN ADVENTURE




















mercoledì 20 maggio 2015

Non c'è avventura senza Video - There's no Adventure without videos DIVING ADVENTURES




Partendo dal mio assunto che "Non c'è Avventura senza video giusto? Mar Rosso what else?"

Primo video preparato per voi dopo l'Egitto: DIVING ADVENTURES

Buona visione


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DUGONGO

NUOTANDO CON I DELFINI PT II

NUOTANDO CON I DELFINI

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Considering that "There's no Adventure without video, don't you think? Egypt, what else?"

Here the first video made for you after Egypt: DIVING ADVENTURES

ENJOY

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SWIMMING WITH DOLPHINS

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lunedì 18 maggio 2015

Africa, the mother land: Egypt. La fine di un'avventura. The end of an adventure

Come ci si sente alla fine di un’avventura? Domanda spigolosa.

Male.

Primo perché hai vissuto esperienze meravigliose di cui il tuo cuore è colmo, e secondo perché hai conosciuto persone meravigliose, di cui senti la mancanza.


Jellyfish floating- Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Già qualche giorno prima di partire sentivo questa sofferenza crescermi dentro, va beh anche perché ho vissuto per 3 mesi in mezzo al nulla del deserto, Sahara Orientale, a 150 metri da uno dei mari tropicali più ricchi di biodiversità al mondo, uno spettacolo continuo di colori e forme di vita, con una scoperta sorprendente ogni giorno. Ho nuotato con delfini e tartarughe, potuto ammirare il dugongo, ammirando atolli di reef corallini e formazioni madreporiche multistratificate “ah ecco! Siamo precisi per favore, non sia mai che proviamo a parlare come esseri umani normali, eh?” “stai buono…” svolgendo uno dei progetti più interessanti mai presentati in questo ambito e sviluppando moltissime applicazioni, superando i miei limiti personali e imparando moltissimo, sia in acqua che fuori da questa. Ho letto, studiato, imparato, mi sono confrontato con colleghi biologi che ho incontrato per puro caso, ho insegnato e fatto divulgazione, mi sono commosso, di fronte a spettacoli naturali, tranquilli, non sono un tipo “romantico”, insomma ho vissuto. Alla grande anche!

Corals - Hurghada - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Fisicamente mi è rimasto un colorito parecchio abbronzato, i capelli più biondi e più lunghi ed una decisa insofferenza a portare le scarpe. In effetti la mia vita si svolgeva a piedi nudi, o al massimo in infradito, pantaloncini e maglietta, in qualche caso con giacca a vento e pile, era sempre inverno, non dimentichiamoci che quando il vento soffia forte da Nord, può essere decisamente fastidioso e freddo. 

Ma direi che non ci si può certo lamentare.

Spinner Dolphin - Sataya's "Dolphin" Reef - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Quel che mi è rimasto dentro, invece, è più complesso da descrivere. Una profonda gratitudine ed un rispetto verso le persone che mi hanno accolto e consentito di svolgere questo progetto. Inutile citarle, lo sanno già.  Si vive 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a strettissimo contatto, senza praticamente vie di uscita, quindi si vivono i rapporti in maniera molto più intensa e spesso anche difficile, ma comunque molto vera. Capita che si scoprono aspetti di sé che non si conoscevano, potremmo chiamarla una prova caratteriale, che possono anche stupire. Nervosismi e preoccupazioni si amplificano in taluni casi, per poi risolversi velocemente e scopri che sei diventato molto più calmo e tranquillo di quello che ti immaginavi, non che io sia esattamente uno agitato “No? Ma smettila, dai non ci crede nessuno!” o almeno lo sono stato parecchio in passato, ora non più. Mi sono scoperto interessante ed interessato, ho esplorato molte cose, conosciuto tante persone, vissuto situazioni ed emozioni incredibili. Come la mia prima immersione, una figata pazzesca (termine tecnico del mondo subacqueo peraltro), lo snorkeling di notte, le immersioni notturne e la mia solita capacità di trovare animali e forme di vita interessanti avendo comunque molto meno esperienza dei miei colleghi, ho subito il fascino della presenza di uccelli migratori intorno a noi, dalla più piccola forma di vita come il plancton, al gioco che i delfini (Tursiopi) hanno fatto con noi per 30 mimuti circa. Potrei elencarvele tutte ma la cosa più affascinante è il lavoro che si svolge su di sé sott’acqua: il controllo che si esercita sul respiro ti fa progredire nella tua scala evolutiva personale, affronti situazioni ed imprevisti che impari a gestire, difficoltà e pericoli che sai risolvere. 

E’ una meraviglia.
   
Green Sea Turtle - Marsa Egla - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Se guardo comunque al percorso che ho svolto da un anno a questa parte devo essere sinceramente stupito ed orgoglioso, ho proseguito su quello che un “amico di scrittura” (http://www.wanderingwil.com/) potrebbe definire tranquillamente “La strada giusta”, la mia strada, seguendo le mie inclinazioni ed aspirazioni, senza raccontarmi bugie, ma agendo giorno per giorno per quello che voglio e sto riuscendo a fare. Non è che sia semplice, come semplice non lo è stato finora, ma le difficoltà nell’impostazione iniziale e gli ostacoli che ho affrontato finora e che ancora mi attendono, non mi sono pesati più di tanto. Sono passato da un training piuttosto duro e complicato sulla teoria e pratica per diventare guida di Safari in Namibia, ho avuto l’occasione poi di lavorare in quel paese per affinare le competenze acquisite e fare esperienza, sono tornato in Italia e ho stabilito il mio progetto di vita, ho costituito questo blog, ho fotografato e montato video, ho cercato e trovato un altro progetto a cui tengo moltissimo e che ho appena concluso nella sua prima fase, e ora?

Bottlenose Dolphin - Dolphin House - Hurghada - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ora si riparte per una nuova avventura, senza drammi, senza problemi, con l’entusiasmo e la voglia, con il bagaglio di vita che si fa più pesante e con la sensazione che coloro che ho incontrato me li porto dietro sempre con me, almeno nel pensiero. Prossima destinazione: Tanzania, Ruaha National Park, una delle zone più wild dell’intero paese, fuori dai circuiti più classici dei safari, con una natura incontaminata ed entusiasmante che non vedo l’ora di esplorare. Pronto a mettermi alla prova, ancora una volta (Poche idee, ma ben confuse, pensieri e riflessioni a casaccio: IL CAMBIAMENTO é EVOLUZIONE) e vedere cosa riesco a combinare. 

Ci resterò per un po’.

E voi? cosa aspettate a venire a trovarmi? Ci vedremo nella savana tra un alba mozzafiato a cercare elefanti, leoni, leopardi oppure su una spiaggia corallina pronti ad entrare in acqua e scoprire un universo totalmente nuovo, magari facendo immersione con gli squali?

#Adventure #Never #Ends


Spinner Dolphins - Sataya's "Dolphin" Reef - Marsa Alam - Egypt ©Andrea Pompele All Rights Reserved



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I SUBACQUEI PT II

I SUBACQUEI PT I

NIGHT DIVE UNA NUOVA EMOZIONE


ENGLISH VERSION

How do you feel at the end of an adventure? Edgy Question.

Bad mood.

First of all because your heart is full of wonderful experiences that you have lived, and second because you have met wonderful people, and you miss them.

Few days before I left I felt this mood rising up in me, ok maybe because I lived for three months in the middle of nowhere in the desert, Eastern Sahara, 150 meters from one of the richest in biodiversity tropical seas in the world, a continuous show of colors and forms of life, with surprising discoveries every day. I swam with dolphins and turtles, I saw the dugong, I admired coral reefs and multilayered coral formations " Be precise please, do not ever try to talk like normal human beings, eh? "" Be quiet… " carrying out one of the most exciting project ever presented in this area and developing a variety of applications, beyond my personal limits, learning a lot of things, both in water and out of it. I read, studied, learned, I was confronted with fellow biologists I've met quite by accident, I trained and spread my knowledge, I was emotioned, in front of natural spectacles, for sure I'm not a romantic person, in short, I lived. On top!

Physically, I’m more tanned, blonder and I have a big intolerance to wear shoes. In fact my life was in bare feet, or at most in flip-flops, shorts and T - shirt, sometimes with windbreaker and fleece, it was winter, do not forget that when the wind blows strongly from the north, it can be downright annoying cold. But I would say that I cannot certainly complain anything.

What’s changed inside me, however, it’s more difficult to describe.  I feel a deep gratitude and respect to the people who welcomed me and allowed to carry out this project. Needless to mention them, they know it already. We lived 24 on 24 hours, 7 on 7 days in close contact, practically without a way out, then we lived relationships in a much more intense way and sometimes difficult ones, but still very real. It happens that you discover things about yourselves that you did’nt know, we could call it a “personality test”, that may also surprise you. Jitters and concerns are amplified in certain cases, and then resolved quickly and you can discover that you are much more calm and peaceful than you imagined, not that I am exactly one can be called turbulent "you? Shut up! nobody believes in!" Ok at least I have been pretty turbulent in the past, not now. I found myself interesting and interested, I explored many things, I met many people, I experienced incredible situations and emotions. For example my first dive, a crazy cool (technical term of the underwater world, however), snorkeling at night, night dives and my usual ability to find interesting animals and life forms even if I have less experience then my colleagues, I’ve been amazed by the presence of migratory birds around us, by the smallest form of life as plankton, by the game that dolphins (bottlenose dolphins) have done with us for about 30 mimutes. I could list them all but the most fascinating one is the work that you take place upon yourself under water: the breath control gives you progressions in your personal evolution, you face unexpected situations and you learn to manage them, difficulties and dangers that you know how to solve. 

It 's amazing
.
If I look however at the path that I have done during this last year I have to be truly amazed and proud of me, I went on what a "friend of writing" (http://www.wanderingwil.com) could easily define "the right way", my way, following my inclinations and aspirations, without telling myself lies, but acting day by day for what I want and I'm managing to do. It's not so simple, as it has not been easy so far, but the difficulties at the begnning and the obstacles that I have faced so far and that still await me, I have not felt them so loud. I went from a training pretty hard with difficult theory and practice to become Safari guide in Namibia, I had the opportunity to work in that country to hone the skills acquired and make experience, I returned to Italy and have set my life plan, I made this blog, I photographed and edited pictures and videos, I searched and found another project that I care a lot and I just ended in its first phase, and now?

Now I leave for a new adventure, without drama, without problems, with the enthusiasm and desire, with life experience that becomes larger and with the feeling that I will carry with me the people I met, at least in thoughts. Next destination: Tanzania, Ruaha National Park, one of the most wild of the entire country, off the beaten track classic safaris, with beautiful nature and exciting environments that I can not wait to explore. Ready to prove myself once again (Poche idee, ma ben confuse, pensieri e riflessioni a casaccio: IL CAMBIAMENTO é EVOLUZIONE) and see what I can arrange.

I'll stay for a while.

And you? what are you waiting to come to join me? I'll see you in the bush between a breathtaking sunrise searching for elephants, lions, leopards or on a coral reef ready to jump into the water and discover a whole new universe, perhaps making a shark dive?

#Adventure #Never #Ends

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Mr. DUGONG