Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

sabato 31 gennaio 2015

Anche una mostra può essere un’avventura.

Anche una mostra può essere un’avventura.

Sì lo è proprio, in tutti i suoi aspetti. Preparazione del progetto, contatti con i soggetti ritratti, a volte decisamente singolari come nel mio caso, e diciamola, pure un po’ strani, sempre nel mio caso, s’intende,” ah beh nel tuo caso poi…” “cosa vorresti dire con questo?” “niente, niente, lasciamo stare…”. 
Organizzazione degli scatti, scelta della location oppure preparazione dello studio, produzione delle fotografie, ritocco di queste, scelta delle migliori, post produzione, stampa, organizzazione con lo spazio espositivo, allestimento, pubblicazione della strategia di pubblicità dell’evento, creazione dello stesso, dettagli da mettere a posto etc etc...un incubo per alcuni, un divertente passatempo per altri, una passione per pochi, uno scopo per una persona sola: Elena, l’autrice di questa mostra che parte il 30 di gennaio a Roma.

Elena è un’esploratrice ed è per questo che mi piace.

Fin dal primo contatto che abbiamo avuto mi è subito stata simpatica, ho aderito volentieri alla sua iniziativa e quando l’ho incontrata, mi sono subito rilassato. Lei ha un modo di fare molto bello, ti mette subito a tuo agio, sorride, chiacchiera, scherza, ti conosce un po’ e poi quando è il momento tira fuori quello che di te tieni più nascosto, in maniera del tutto naturale. Ti scruta e trova di te quell’aspetto che non credevi potesse uscire in così poco tempo, ti esplora. Letteralmente. 

Beh questo fa di lei una grande professionista e un‘ottima persona, ma c’è qualcosa in più, è difficile definirlo e trovare le parole giuste per descriverlo, ma non è qualcosa di intangibile di astratto, bensì qualcosa di concreto, di reale, è il suo modo di essere un’avventuriera. Deve essere il sorriso, oppure la voce, no no saranno le mani e come quando si presenta senti subito un’energia e una decisione, no probabilmente è la voce, dolce ed accogliente, ci sono: sono gli occhi! Esatto sì proprio quelli, quelli di una persona libera. 

Libera con un obiettivo: tirare fuori in un paio di fotografie, cosa piuttosto difficile, la personalità di 30 persone diverse, e mica gente qualunque: tutti bloggers. Si proprio così, quegli animali strani che pubblicano i loro pensieri, recensioni, opinioni, contenuti, provocazioni, consigli, ricette, e chi più ne ha più ne metta.

Io sono irrequieto e nomade per natura, questo lo sapete, ma non sono l’unico che sta dietro alla tastiera di un pc tutta la notte a sistemare il contenuto che vuole pubblicare nel suo spazio virtuale o concreto, che passa il tempo ad organizzare il layout del pezzo che sta scrivendo e che spera, almeno nel mio caso, in altri non c’è bisogno di sperare, hanno un pubblico attento e fedele, che qualcuno possa leggerlo con attenzione, divertimento, irritazione o semplice spirito curioso. 

Perché è in questo che si crede quando si costruisce un blog: la curiosità delle persone. Sostanzialmente crediamo nelle possibilità dell’uomo e nella sua infinita voglia di sapere, la curiosità appunto, motore dell’intelligenza.  

In questo crede Elena ed è meraviglioso vedere la luce dei suoi occhi quando con lo strumento che utilizza per esprimersi, la macchina fotografica, cattura attraverso il suo punto di vista, la nostra personalità di curiosi. È una meraviglia vedere come si muove tra i suoi strumenti di lavoro, senza che questo sembri minimamente sconvolgerla più di nulla, visto che al massimo la coinvolge e coinvolge anche tu che sei il suo oggetto/ soggetto da ritrarre. Coinvolge anche voi che guardate le sue fotografie e vi proiettate all’interno del mondo di colui che viene rappresentato dall’immagine. 
È un processo incredibile, se ci pensate bene, una finestra aperta che da’ su un’altra finestra, uno spazio prospettico infinito. Fantastico! Ed è un modo sottile e profondo di vivere un’avventura, senza preconcetti né condizionamenti, liberi di guardare con la curiosità di un bambino che sbircia fuori dalla porta per vedere se fuori ha già smesso di piovere.


Questa è Elena e la sua mostra. Un’ insieme di avventure, colte con un punto di vista strettamente personale, il suo modo di intendere i bloggers. 


Gente strana, davvero.

venerdì 23 gennaio 2015

Poche idee, ma ben confuse. Pensieri e riflessioni a casaccio: UNA NUOVA AVVENTURA

“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le da’ forma.”
Anatomia dell’irrequietezza. Bruce Chatwin

@Namib desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Parlare dell’inizio di una nuova avventura non è facile, in primis perché non hai idea di dove ti porterà e quindi non puoi certo trasmettere altro che incertezza, in secondo luogo perché sei talmente pieno di emozioni che fai fatica a metterle a fuoco e quindi a descriverle.

Io non mi arrendo mai. 

E quindi ho deciso di provare a descrivervi come mi sento in questo momento. Come direbbe il mio amico Jack, bresciano trasferitosi prima a Barcelona e ora a New York: “alla grande, cazzo!” (pronunciato con un “leggerissimo” accento bresciano e ad un volume di voce intollerabile per qualsivoglia persona civile sulla faccia della terra) con un sorriso che si allarga di millimetro in millimetro, sempre di più e sembra non arrivare mai alla fine.

Ecco io mi sento così.

Ho scoperto, nella mia meraviglia a dirla tutta, che io sto proprio bene con una valigia sempre pronta e un biglietto aereo in mano, la mia mente si amplia, cambio rapidamente mentalità inserisco il mode adventure: ON.

E sono felice.

@Damaraland - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Mi sembra che i limiti non esistano e che infinite possibilità siano alla mia portata, o comunque meno complicate e raggiungibili. In ogni modo vada, anche se potrebbe essere difficile, beh sarà un’avventura stupenda. Il fallimento non mi risulterebbe un dramma, il cambiamento non una difficoltà, l’adattamento molto più semplice. In biologia direi che mi evolvo ogni volta che parto e se posso azzardarmi direi che per me il viaggio risulta essere curativo, rigenerante, corroborante.

Nei giorni immediatamente precedenti la partenza si hanno sempre mille cose da fare: sistemare i documenti, aumentare o diminuire, nel mio caso le cose da portare, a me piace viaggiare leggero, senza ducentoquarantamila cose inutili, solo quelle essenziali, ma devo dire che subisco sempre un po’ lo stress. Eh sì, non ne sono ancora immune, lo stress pre - partenza può essere micidiale e capita a tutti, io ho imparato a gestirlo abbastanza bene. Poi d’improvviso in un attimo sei in viaggio e la cosa diventa di una normalità pazzesca, quasi naturale, spontaneo ed essenziale. Tutta una serie di pensieri pessimistici e vuoti di significato che prima ti apparivano come fondanti, ora non sono altro che passati, sei non più proiettato in avanti, sei avanti, stai andando e non ti fermerai. È meraviglioso. E non c’entra la meta, quella poco importa, anzi è del tutto ininfluente, è la maniera di affrontare la vita che cambia. È ciò che mi fa stare davvero bene, davvero pieno, è scoprire e meravigliarsi, capire e stupirsi, cercare e meditare nello stesso tempo. E se anche non lo affronti con questa profondità d’animo, poco importa, ti farà bene lo stesso.

Io ho sempre avuto uno spirito un po’ pesante, avrei voluto vivere in maniera più leggera tutto, ma non ci riesco proprio, è un po’ caratteriale anche, c’è chi mi dice che è profondità d’animo, ma io credo sia più un tratto caratteristico della mia personalità. In viaggio invece mi rendo conto che il mio spirito diventa più leggero, più sereno e meno angosciato.
Non fraintendetemi, non è che sono uno pesante. 
“e questo lo dici tu!!” “ah grazie per la fiducia!” “figurati! Dovere…” 
ma sono sempre stato un po’ più serio, almeno sulle cose importanti e meno superficiale degli altri, ma questo ha sempre comportato un prezzo da pagare: tremblements dello spirito da scosse di terremoto. 

Irrequieto lo sono sempre stato e la spinta all'esplorazione l’ho sempre avuta, un po’ mi deriva dai miei genitori (chi sono) un po’ invece dalle domande che mi pongo e dalle risposte che non trovo.

@Namib desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Oltre da una curiosità a volte imbarazzante verso ogni luogo del pianeta. Prediligo i posti naturali, con spettacoli della natura incredibili o meno scontati, ma mi piacciono anche le città, per carità! E i movimenti che esse portano e come mi stimolano, nella creatività e nel corpo. Sì sì proprio così, divento più carino, meno grigio, la mia espressione cambia e il mio sorriso si allarga. Perfino la postura del corpo megliora! Ah i benefici del viaggio!

Ho deciso nella mia vita di impostare il viaggio come un’avventura e tale sempre è e sarà nella sua essenza, ma io cerco di vivermela al meglio delle mie possibilità. Non sono un tipo stanziale, non riesco più di tanto a stare fermo, ho capito che non sono fatto per questo. Sbaglio? Forse. Non mi pongo più di tanto il problema, si vedrà la vita è una sola ed è avventura. Per tutti. Ognuno sceglie la sua avventura.

Io ne inizio una proprio questa notte, c’è un aereo da prendere, un nuovo posto da scoprire, nuove persone da incontrare, non importa che siano come quelle di prima, meglio, peggio, le aspettative non sono importanti, quelle degli altri men che meno, le mie non devono condizionarmi. Solo così si può esplorare davvero.  
ENGLISH VERSION

Talking about the beginning of a new adventure is not easy, primarily because you have no idea where it will take you and then you certainly cannot convey nothing but uncertainty, secondly because you are so full of emotions that you find it difficult to put them in focus and then to describe them.

I never give up.  

So I decided to try to describe how I feel right now. My friend Jack, moved from Brescia first to Barcelona and now in New York City, usually says "wonderful!" (pronounced with a "slight" Brescian accent and a volume of voice intolerable for any civilized person on earth) with a smile that widens millimeter in millimeters, more and more, and never seems to come to an end.

I feel like that. Literally.

I discovered, with my surprise to be honest, I'm just fine with a suitcase always ready and a plane ticket in my hand, my mind is expanded, rapidly changing mentality and the adventure mode is: ON.

I'm happy.

It seems to me that the limits do not exist and infinite possibilities are within my reach, or at least less complicated and achievable. Anyway go, even though it might be difficult, well,  will be a wonderful adventure. The failure did not result in a drama, the change is not a difficulty, adaptation is much easier. In biology, I would say that I evolve every time I leave and for me the journey turns out to be healing, rejuvenating, invigorating.

The days immediately preceding the start are always plenty to do: fix the documents, increase or decrease, in my case things to bring, I like to travel light, without useless things, only the essential ones, but I have to say that I suffer always a little 'stress. Oh yes, I'm still not immune, stress pre - departure can be deadly and it happens to everyone, I have learned to handle it pretty well. Then suddenly in a moment you're traveling and it becomes normal , almost natural, spontaneous and essential. A whole series of pessimistic thoughts and empty of meaning that you appeared as founding, now are just gone, you're no longer thrown forward, you're on, you're going and you will not stop. It's wonderful. It’s not about the destination, that matters little, so it's completely irrelevant, is the way to deal with life-changing. It's what makes me feel really good, really full, you discover and wonder, understand and try to meditate at the same time. And even if you deal with this depth of soul, it does’nt matter, you will do fine.

I've always had a little 'heavy spirit, I wanted to live more lightly all over, but I can not really, it's a little' character orientated also, people tell me that is the depth of mind, but I think it’s more a feature of my personality. Traveling, on the other hand, I realize that my spirit becomes lighter, calmer and less anxious. 
Don’t get me wrong, it's not that I'm a heavy person, boring or like that. 
"you say that!!" "ah thanks for the confidence!" "no problem! Duty ... "
but I've always been a bit 'more serious, at least on the important things and less superficial than others, but this has always involved a price to pay: tremblements of the spirit such as earthquakes. 
I’m restless and always with an impetus to exploration, it comes a little from my parents (chi sono) a bit' instead of the questionsthat  I ask myself and I don’t find the answers. 

Apart from a curiosity to any place on the planet. I prefer the natural places, with incredible spectacles of nature but I also like the cities, the movements that they carry and how they stimulate me, in creativity and in the body. Yes yes just like that, I become nicer, less grey, my expression changes and my smile widens. Even body posture is better! Ah the benefits of the trip!

I decided in my life to set the trip as an adventure and that always is and will be in its essence, but I try to live it in the best way possible. I'm not a settled person, I can not sit still too much, I realized I'm not made for this. Am I wrong? Maybe. You know, life is only one and it's adventure. For everyone. Everyone chooses his adventure.


I will start a new one this night, there's a plane to catch, new places to discover, new people to meet, no matter that they are like those of before, better, worse, the expectations are not important, those of other people, neither, and I don’t want that mines can condition my vision. Just so you can really explore.

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martedì 20 gennaio 2015

Africa, the mother land. Namibia: IL DESERTO E' VITA

Il deserto più antico del mondo è il deserto del Namib. Il deserto più vivo del mondo è il deserto del Namib.

Noi siamo abituati a pensare al deserto come un luogo senza vita, dove sole e sabbia sono le uniche cose che possiamo trovare, ma non è così. Ci sono da fare le opportune precisazioni in merito al concetto di deserto. “eccolo che riattacca a parlare come un libro stampato…, cerca di non essere pedante e noioso ‘sto giro, eh?” “certamente” “ecco, appunto.”

Il deserto non è solo fatto di sabbia, anzi, le maggiori zone desertiche calde del mondo sono per lo più costituite da suolo roccioso, perciò il concetto di dune di sabbia, che peraltro costituiscono solo una minima percentuale dei deserti di tutto il mondo, dobbiamo accantonarle per un attimo. Lo stesso Sahara è costituito per la maggior parte di rocce e ciottoli e si divide in 3 parti: Hammada, la parte rocciosa, Serir o Reg, la parte ciottolosa e Erg, appunto la parte sabbiosa. Il Bacino ininterrotto sabbioso più grande del mondo invece è il Kalahari, interamente costituito da sabbia ossidata.

Ma torniamo al Namib. Nel Namib c’è un sacco di vita.
Acacia erioloba - Namib Desert -  Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ci sono molte piante “piante nel deserto? No vabbeh adesso non esagerare” ci sono alberi secolari, come l’Acacia erioloba, erbe di vari tipi, come la bushman grass, e piante particolari come il melone !Narra (Ancanthosicyos horridus). Ognuna di queste piante adattate alla vita desertica riesce a sopravvivere in condizioni molto estreme grazie a una serie di adattamenti particolari: alcune di esse hanno radici che in profondità possono arrivare fino a 60 o 80 m per attingere alle falde freatiche nel sottosuolo abbondanti di acqua  impossibile da raggiungere altrimenti, hanno una superficie fogliare che permette loro di catturare l’energia solare, senza disperdere troppa acqua per traspirazione, hanno spine e fusti contorti per difendersi dal consumo animale e crescono in zone tra le dune per potersi proteggere dal vento e raccogliere l’acqua che si condensa ogni mattina dalla formazione della nebbia, consolidano le dune più antiche e colonizzano la porzione non battuta dai venti contribuendo alla stabilizzazione di queste. (Plants of Namibia)

Ma non sono i soli abitanti del deserto.

Ci sono insetti, coleotteri tenebrionidi in particolare, circa 200 specie diverse, che hanno evoluto un sistema sofisticato per catturare la nebbia e condensarla sulla superficie del loro corpo per far sì che le gocce vadano direttamente nella loro bocca. Si nutrono per la maggior parte di materiale vegetale morto, portato dal vento oppure in decomposizione tra una duna e l’altra e costituiscono la base della catena alimentare degli animali che popolano il deserto. 

Ci sono ragni (Carparachne aureoflava ), talmente evoluti da costruirsi una tana nella sabbia e riuscire 
Cartwheeling spider - Carparachne aureoflava - Namib Desert - Namibia 
a coprire l’ingresso di questa con una sottile ragnatela ricoperta si sabbia, una “trapdoor” una trappola che consente a questi di cacciare e di nascondersi dal caldo della superficie. Ci sono gechi con mille colori (Geco palmato Pachydactylus rangei), anch’essi vivono in tane sotto la sabbia e si nutrono di insetti ragni e scorpioni, ci sono lucertole che sono in grado di scavare nella sabbia un rifugio in pochissimi secondi grazie alla particolare conformazione del muso, la shovelsnouted lizard,



Namib Gecko - Pachydactylus rangei - Namib Desert - Namibia
la lucertola “muso di vanga” (Zeros anchietae), ci sono serpenti che possono mimetizzarsi sotto la superficie facendo uscire soltanto gli occhi e una piccola parte della coda che usano per attirare i roditori e potersi procurare un buon pasto.
Shovel snouted Lizard - Zeros anchietae - Namib Desert - Namibia
Ci sono uccelli, passeriformi, insettivori, o granivori che si nutrono di semi delle piante presenti. Rapaci, falchi, aquile, avvoltoi. Ci sono topi, arvicole, mammiferi roditori, volpi del deserto, otocioni, predatori micidiali, ci sono iene brune, iene maculate, giraffe, springboks, orici, le antilopi meglio adattate alla vita del deserto, con una temperatura corporea di base di 43° C che non accumulano mai troppo calore e hanno una “rete” di vene attorno al cervello in grado di evitare il surriscaldamento sotto l’azione del sole, per poter contrastare l’abbassamento di temperatura notturno così drastico senza andare sotto la soglia di sopravvivenza per un organismo omeotermo. “Omeo che?” “che ha una temperatura interna del corpo costante, tutti i mammiferi, sono a sangue caldo, mentre i rettili sono a sangue freddo e dipendono dalla temperatura esterna” “ah…” ci sono leopardi, caracal, e il leoni. I leoni del deserto. http://www.desertlion.info/


Ma quello che colpisce di più la nostra sensibilità è pensare che ci sono milioni di miliardi di semi quiescenti sotto la sabbia che non aspettano altro che una goccia di acqua per poter crescere e svilupparsi in nuove piante con spettacolari fiori. Perché succede proprio così: nel deserto piove. Contrariamente a ciò che pensiamo, normalmente piove, in determinati periodi dell’anno e non tutti gli anni, ma piove. L’acqua non rimane che non per pochissimo e tutte le forme di vita che lo popolano ne sfruttano ogni minima goccia nel minor tempo possibile, aumentando così la propria possibilità di sopravvivenza.

È il deserto più antico del mondo. È il deserto più vivo del mondo, bacino di biodiversità entusiasmante per un biologo evoluzionista come me, e di un fascino incredibile per chiunque. È il Namib.


Blooming - Tribulus terrestris - Namib Desert - Namibia


ENGLISH VERSION

The oldest desert in the World is the Namib Desert. The richest in desert  life in the World is the Namib Desert.

We are accustomed to think of desert as a place without life, where sun and sand are the only things that we can find, but it’s wrong. We have to clarify some things regarding the concept of desert. "OMG! He’s starting to talk like a scientific book ..., try not to be pedantic and boring this time, please" "Certainly" "in fact..."

Desert is not only made of sand, indeed, the world's largest hot desert areas are mostly made up of rocky soil, so we must put aside for a moment the concept of sand dunes, which also make up only a small percentage of deserts of the World. The Sahara, the largest hot desert in the World consists mostly of rocks and pebbles, and is divided into 3 parts: Hammada, the rocky part, Serir or Reg, pebble part and Erg, precisely the sandy part. The world's largest uninterrupted sand basin In the World is instead the Kalahari, entirely made up of oxidized red sand.

Let’s go back to the Namib. In the Namib there's plenty of life.

There are many plants "plants in the desert? No are you kidding us?" There are old trees, such as Acacia erioloba, herbs of various kinds, such as the bushman grass, and unusual plants such as melon! Narra. Each of these desert adapted life plants can survive in very extreme conditions due to a series of special adaptations: some of them have deep roots that can reach up to 60 or 80 m to tap into underground aquifers abundant water otherwise impossible to reach up, they present leaf surface that allows them to capture solar energy, without losing too much water through transpiration, they have thorns and twisted stems to defend themselves from animal consumption and they grow in areas between the dunes to protect themselves from the wind. They reap the condensed 'water every morning by the formation of fog, they consolidate the oldest dunes and they colonize the not windswept portion contributing to the stabilization of these.(Plants of Namibia)


But they’re not the only desert’s inhabitants

There are bugs, tenebrionid beetles in particular, about 200 different species that have evolved a sophisticated system to capture the fog and condense it on the surface of their body, so the drops go directly into their mouths. They feed mostly dead plant material, carried by the wind or decomposing between a dune and the other, and they form the basis of the food chain of animals that live in desert. There are spiders, so evolved to build a nest in the sand and be able to cover the entry with a thin cobweb covered by sand, a "trapdoor" a trap that allows them to hunt and hide from the hot surface. There are geckos with a thousand colors, they also live in burrows in the sand and feed on insects, spiders and scorpions, there are lizards that are able to dig in the sand a refuge in few seconds due to the particular shape of the muzzle, the shovelsnouted lizard, there are snakes that can camouflage itself below the surface while leaving only the eyes and a small part of the tail that they use to attract rodents and be able to provide a good meal. There are birds, passerines, insectivores, or granivorous that feed on seeds of the plants. Raptors, hawks, eagles, vultures. There are mice, voles, rodents, mammals, desert foxes, bat-eared fox, deadly predators, there are brown hyenas, spotted hyenas, giraffes, Springboks, oryx, the better desert adapted antelopes, with a body temperature of 43 ° C that do not accumulate too much heat, in order to counter the lowering of temperature night so drastic without going below the threshold of survival for a warm-blooded organism, they have a "network" of the veins around the brain able to avoid overheating under the action of the sun. "Omeo what?" "Which has a constant internal temperature of the body, all mammals are warm-blooded, while reptiles are cold-blooded and depend on the outside temperature" "oh ..."
there are leopards, caracals, and the lions . The desert lions. http://www.desertlion.info/

What is most striking about our sensitivity is to think that there are millions of billions of dormant seeds in the sand, just waiting for a drop of water to grow and develop into new plants with spectacular flowers. Because it’s just that: it's raining in the desert. Contrary to all what we think about, it usually rains, at certain times of the year and not every year, but it rains. The water could not remain for a long time, and all life forms that live in these conditions exploit every drop in the shortest time possible, thus increasing their chances of survival.

It’s the oldest desert in the World. It’s the richest of desert life in the world, an incredible biodiversity basin exciting for me as an evolutionary biologist, and very fascinating for anyone. It’s the Namib.

venerdì 16 gennaio 2015

Non c'è avventura senza Video - There's no Adventure without videos: SOSSUSVLEI NAMIB DESERT PANORAMIC FLIGHT




Non c'è Avventura senza video giusto?

QUINTO video preparato per voi: SOSSUSVLEI PANORAMIC FLIGHT EXPERIENCE, NOT AN ORDINARY DESERT EXPERIENCE

Buona visione


Se vi è piaciuto questo video allora potreste essere interessati a vedere anche questi altri:

SOSSUSVLEI NAMIB DESERT PANORAMIC FLIGHT

SANDWICH HARBOUR 4X4 NAMIB DESERT


There's no Adventure without video, don't you think?

Here the FIFTH video made for you: SOSSUSVLEI PANORAMIC FLIGHT EXPERIENCE, NOT AN ORDINARY DESERT EXPERIENCE

Have a good vision

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SOSSUSVLEI NAMIB DESERT PANORAMIC FLIGHT

SANDWICH HARBOUR 4X4 NAMIB DESERT

A NIGHT DRIVE WITH LIONS

lunedì 12 gennaio 2015

Africa, the mother land: Namibia. IL DESERTO E' COME LE ALPI

Il deserto è duro. O ti piace o non ti piace. Non c’è un compromesso, tipo: “ma sì mi piace, ma non mi fa impazzire”. O lo ami o lo odi. È un ambiente estremo e come tutti gli ambienti estremi può entrarti nel cuore oppure esserti indifferente.

Una cosa è certa: non è facile.

Sunrise @Namib desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
In questo il deserto è come la montagna, bisogna avere rispetto di sé, prima di tutto, poi della montagna altrimenti ti toglie la vita in un secondo. Io lo so, ci sono nato in montagna, sulle alpi occidentali, le più alte d’Europa, dove puoi trovare ambienti di tutti i tipi, dalle foreste di conifere alle praterie alpine soprai i 1800 m, dalle rocce a picco, i salti di roccia, ai ghiacciai perenni, dove il sole è forte, molto forte, e sopra una certa altitudine tutto sembra assumere una diversa prospettiva. Dove la bellezza e la natura sono ancora padroni e ti avvolgono completamente.

“Scusa ma non stavamo parlando del Deserto?” “Sì certo!” “e cosa c’entrano le Alpi?” “c’entrano c’entrano…”

Sand of the Namib Desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Vedete nel deserto è la stessa cosa, la natura e le sue forze dominano completamente, tu non sei altro che un minuscolo granello di sabbia all’interno del deserto. E il deserto è antico come le montagne, ne ha la stessa forza, ne possiede le stesse caratteristiche, è duro, estremo, caldo e freddo allo stesso tempo, ed esige rispetto.



La notte è gelida, d’inverno, da 0-5 gradi e il giorno è rovente arriva a 30 C, spira un vento freddo oppure caldo, secco o carico di umidità. “Umidità nel deserto?” “Ma certo!” “ora ci arriviamo…con calma” un vento che può gelarti le ossa appena cala il buio e il buio cala in fretta in Africa, oppure toglierti le forze dal calore che spira, e non riesci a dormire e nemmeno a pensare. 

Il sole è forte, l’insolazione è molto potente, e bisogna proteggersi la testa molto bene, e bere frequentemente piccoli sorsi d’acqua. Non serve berne una grande quantità, anzi sarebbe controproducente, primo perché l’acqua è una risorsa preziosa e se la finisci subito poi come fai?  Secondo perché più bevi, più aumenti la traspirazione, quindi rischi la disidratazione con conseguenti problemi di mal di testa, febbre, e fastidi gastrointestinali, non esattamente piacevoli da affrontare in the middle of the desert. Occorre perciò idratarsi in maniera corretta, con piccole quantità. Ma bisogna farlo!ù

Sunset @Namib desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Nel deserto non si suda, non molto almeno, ed è naturalmente dipendente da ognuno di noi, ma si può rapidamente giungere a questa conclusione, non si sente la sete inizialmente: la pelle e i capelli si seccano subito però e man mano che passa il tempo il nostro corpo richiede più liquidi. Arriva la sete e può essere insostenibile a quel punto. Un vero incubo.

L’inverno nel deserto assomiglia all’estate alpina. È esattamente uguale. Tutte queste cose ci sono anche sulle Alpi, perciò sono molto simili come ambienti. Tutte queste dinamiche si possono riscontrare anche in Montagna, nello stesso identico modo, che tu sia un escursionista o un alpinista, uno scalatore o uno sportivo devi stare attento alle stesse cose se vuoi godere appieno della bellezza.

E la bellezza è una dominante del deserto. Non importa che deserto sia, non importa in che parte del mondo ti trovi, lo splendido fulgore dell’ambiente desertico ti può colpire, affascinare, ti fa innamorare o ammalare.

Sand of the Namib Desert - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Conosco persone che amano letteralmente i deserti, non possono farne a meno, sono guidati da questi ampi spazi, dove l’orientamento viene meno e tutto sembra uguale, dove i suoni si propagano e si spezzano immediatamente, dove il cielo sovrasta un mare di sabbia di tanti colori, o rocce brune dall’aspetto minaccioso. 

La mia cara amica Michela è così: lei ama il deserto, si trova a suo agio, libera e completa. Lei pensate che riesce a trovare un inconsapevole oppure io penso totalmente cosciente, modo per viaggiare da un deserto all’altro. riesce sempre a stupirmi questa cosa, perché lei non sembra farci piuttosto caso, ma alla fine si ritrova sempre nei deserti: Sahara, Namib, Kalahari, Dancalia, etc… si vede che lei ne ha bisogno. E io la rispetto molto per questo. 

Le persone come lei trovano nel deserto lo spazio meditativo che li fa avvicinare a loro stessi, alla loro intimità e alla loro fragilità, ma nello stesso tempo ti fanno tirare fuori il meglio di te, la tua forza, il tuo coraggio e le tue qualità. Sbattendoti in faccia quanto piccolo ed inutile tu possa essere, sebbene ti creda un grande uomo, e facendoti capire chi sei in realtà. Semplicemente essendo sé stesso. Il deserto non mente mai, non accetta bugie o sotterfugi, macchinazioni o strategie, è potente e sincero. Mistico e brutale.

Il deserto è la vita. 


Lost road into the Namib - Namibia ©Andrea Pompele All Rights Reserved


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Africa, the mother land:Namibia. IL FIUME DEGLI ELEFANTI PT I

Africa, the mother land: Namibia. HOW IS IT? VEEEEERY VERY HOT


ENGLISH VERSION

The desert is hard. Either you like it or not . There’s no compromise: "yeah I like, but I'm not crazy about."

You either love it or hate it. It's an extreme environment and like all extreme environments in the world  could enter you heart or you could be unconcerned about it.

One thing is sure: it is not easy.

Desert is like Mountain, you should have self-respect, first of all, otherwise mountain could kill you in a second. I know that, I was born in the middle of mountains, on Western Alps, the highests in Europe, where you can find all kinds of environments, from coniferous forests to alpine meadows over 1800 m , from sheer cliffs, rock jumps, glaciers, where the sun is strong, very strong, and above a certain altitude everything seems to take a different perspective. Where beauty and nature are still powerful masters and surround you completely.

"Sorry, but we were not talking about the desert?" "Yeah!" "And what matters the Alps?" "they matter, they matter...”

In the desert is the same thing, the nature and its forces dominate completely, you are nothing but a tiny grain of sand. And Desert is as old as Mountains, it has the same strength, it has the same features, it's hard, extreme heat and cold at the same time, and demands respect.

The night is cold, in winter, by 0-5 degrees and the day is hot reaches 30 C, wind blows cold or hot, dry or loading moisture. "Humidity in the desert?" "Of course!" "Now we get there...calmly"  wind that can freeze your bones after dark and darkness falls quickly in Africa, or take off the forces from the heat that blows, and you cannot sleep at night and even think.

The sun is strong, the insolation is very powerful, and you have to protect your head very well, and frequently drink small sips of water. No need to drink a great deal, in fact it would be counterproductive, first because water is a precious resource, and if you end it up right away then how can you manage? Second, because the more you drink, the more perspiration increase, then the dehydration risks occurs. The results? Problems of headache, fever, and gastrointestinal discomfort, not exactly pleasant to deal with in the middle of the desert. Therefore it’s necessary to hydrate properly, with small amounts of water. But you have to do it!

In the desert you don’t sweat, at least not much, it’s dependent on each of us, but you can quickly reach conclusion, you don’t feel the thirsty initially: the skin and the hair dries quickly, however, and as time passes your body requires more fluids. Then it comes the thirst and it can be unbearable at that point. A real nightmare.

Winter in the desert looks like Alpine summer. It’s exactly the same. All of these things are also in the Alps, so they are very similar as environments. You can find all of these dynamics in Mountain, exactly in the same way, if you're a hiker, a climber or an athlete, you have to be careful about the same things if you want to enjoy the beauty.

And beauty is dominant in deserts. No matter what desert is, no matter where in the world you are, the beautiful desert environment can hit you, fascinate, makes you fall in love or get sick.

I know people who love literally deserts, they are driven by these large spaces, where the orientation is less and everything looks the same, where the sounds promulges and break immediately, where the sky above a sea of sand is made by many colors, or brown scary rocks. My dear friend Michela is so: she loves the desert, she is at ease, free and complete. I think she can find an unconscious or totally conscious way to travel from one desert to another.  It always surprises me, because she doesn’t seem to give attention to it, but in the end she always stays in the deserts of Sahara, Namib, Kalahari, Dancalia, etc ... you can see that she needs it. And I give her al lot of respect  for that. 
People like her are in a meditative space that makes them closer to themselves, to their intimacy and their fragility, but at the same time makes you bring out the best of you, your strength, your courage and your qualities . showing you how small and useless you may be, although you believe to be a great man, and making you understand who you really are. Simply being yourself. Desert never lies, does not accept lies or deceit, machinations or strategies, is powerful and sincere. Mystical and brutal.

mercoledì 7 gennaio 2015

Non c'è avventura senza Video - There's no Adventure without videos: SOSSUSVLEI NAMIB DESERT 4X4



Non c'è Avventura senza video giusto?

Quarto video preparato per voi: SOSSUSVLEI 4X4 EXPERIENCE, NOT AN ORDINARY DESERT EXPERIENCE

Buona visione


Se vi è piaciuto questo video allora potreste essere interessati a vedere anche questi altri:

SANDWICH HARBOUR 4X4 NAMIB DESERT


There's no Adventure without video, don't you think?

Here the fourth video made for you: SOSSUSVLEI 4X4 EXPERIENCE, NOT AN ORDINARY DESERT EXPERIENCE

Have a good vision

If you like this video, maybe you can watch these others:

SANDWICH HARBOUR 4X4 NAMIB DESERT

A NIGHT DRIVE WITH LIONS

domenica 4 gennaio 2015

SIMONA ha una forte personalità. E' una persona positiva. Ed è tantissimo

Normalmente non parlo delle altre persone all’interno del blog, racconto storie con spunti di riflessione, perciò di solito non vedete post che raccontano le storie degli altri. Tranne quando queste storie sono così potenti da colpirmi. Simona ha una forte personalità. Simona mi ha colpito.

Simona viene dalla mia stessa città: Aosta. Lassù tra boschi e valli d’or…eh sì proprio da lì parte questa storia.

Simona è una expat (espatriata in gergo, cioè in inglese ;-) ) vive e lavora con suo marito in Germania.
La sua non è una storia di disperazione, non è una ricerca di lavoro o di soldi, quello ce l’aveva già, e anche piuttosto buono, un lavoro sicuro, un posto nel Fondo Sociale Europeo per la Regione Autonoma Valle d’Aosta, praticamente inossidabile. Inattaccabile. Stimolante e difficile da ottenere, dopo un concorso di quelli tosti, ha sbaragliato la concorrenza e si è presa quello che voleva, durissimo. “Ok è fatta giusto? Ormai ci sei, hai ottenuto un buon lavoro, ora puoi stare tranquilla no? Di che cosa ti preoccupi? Cosa vai cercando diamine, mettiti un po’ tranquilla Santo Dio!”

Simona ha una forte personalità.

Ha la netta sensazione che qualcosa non giri per il verso giusto, non vede il suo futuro, le sembra di salire su una giostra, anzi di essere obbligata a salire proprio su QUELLA giostra, e lei però non vuole salirci, la giostra appunto la decidono loro. Qualcosa in lei si smuove, ha dubbi, paure, le persone le diventano improvvisamente estranee, le sembra che non la capiscano, si confida e si trova non capita. Ma lei è “quella che fa quello che vuole non quello che deve” ha una certa esperienza lavorativa, e compie una scelta.

L’idea è di suo marito, non sua. Insieme fanno una valutazione della qualità della vita in relazione alle capacità lavorative e scelgono: sarà la Germania.

Compie un’altra scelta. Decide inizialmente di NON lavorare, ma di ambientarsi e studiare la lingua,
investe su sé stessa e si integra quasi subito. Vivono a Freising, non a Monaco e questo li aiuta parecchio, non c’è la confusione delle grandi città europee, c’è la Germania, quella vera. E lì scopre cosa vuole fare da grande, 3 cose: scrivere, ha un blog bellissimo e molto ben fatto, andate a dargli un’occhiata e seguitela (http://www.einespressobitte.com/); cucinare, una grande passione sviluppata proprio durante il periodo di ambientazione, perché per imparare e cucinare bene, bisogna dedicarcisi e lavorando tantissimo non è che hai tanto tempo per farlo non credete? “ sono diventata brava dedicandomi” mi dice con molta umiltà, ma io sospetto che sia sempre stata portata, e lavorare nel marketing, dove sviluppa le sue doti di comunicatrice.

Il blog in particolare è molto ironico e leggero, seppur affronti argomenti di un certo spessore perché “la gente non vive con leggerezza, ma sente un gran bisogno di averla” e comincia ad osservare gli altri expat, non solo italiani. Avverte un’energia negativa, una continua e pesante lamentosità, come un’attitudine a guardare al passato, a ciò che manca e non a ciò che può essere goduto nello stare in un altro paese ma, mi dice lei, e io non posso che essere assolutamente d’accordo, “ se costruisci muri è impossibile andare avanti, non ti stai integrando, stai rifiutando”. Costruisce il blog come lei sa fare e si mette completamente in gioco, mette alcuni paletti e regole precise: una critica deve essere fondata, non accetta la negatività fine a sé stessa, “sul web si sta con un obiettivo e se il tuo è distruggere, beh non sei un mio lettore e non voglio che tu mi legga, la polemica sterile la lascio al di fuori, io imparo da chi mi segue”. 


Non le interessa la notorietà, i likes su Facebook non sono importanti, accetta solo quello che rimane connesso alla sua mentalità, non vuole compromessi, devono essere cose attinenti ai suoi argomenti e alla sua visione, la pubblicità che ha e le collaborazioni sono scelte ed approvate da lei soltanto.

Dal blog emerge perfettamente la sua personalità, lei fa quello che vuole, non quello che deve.  

Questa forza le è venuta dopo una brutta esperienza di salute, lì ha cominciato a capire alcune cose di sé che poi perfezionerà in seguito con l’esperienza, ha imparato a stare con sé stessa, molti sono spariti, ma lei non si è persa d’animo, sono cose che uno non vorrebbe avere, ma che ti insegnano molto. Ha sviluppato questa forza di non piegarsi e dire sempre le cose come stanno, anche se questa forza l’aveva già, ha dovuto tirarla fuori e ora, beh, ora non molla mai.

Il messaggio del blog è arrivato forte e chiaro, recepito con grande rispetto: è una ricerca attiva della positività, un cambiamento di passo, anche nell’espatrio. La gente rivolge sempre lo sguardo su chi non si trova bene, alimentando la propria negatività, mentre il suo messaggio è opposto, guardando come uno riesce ad integrarsi, anche gli altri possono riuscirci, bisogna essere open minded. “bisognerebbe insegnare a guardare fuori dalla finestra, invece che nel cortile dell’altro diprezzandolo. Ci hanno insegnato ad appartenere: alla famiglia, alla religione, al partito politico. Io non appartengo a niente e nessuno, non sono una proprietà.” Ottima osservazione sulla condizione delle donne nel mondo, non solo in Italia. “non ho scelto io dove nascere, è stato un caso, sono italiana ma non appartengo al mio paese, non ho confini, posso andare dovunque” scardina con una frase l’ipocrisia di fondo che muove alcuni quando ti criticano per la scelta che hai fatto. “sono stata dipendente, imprenditrice, ho lavorato nel settore pubblico” ha indubbiamente contribuito per il “suo” paese.

È una rivoluzionaria, ha compiuto una scelta e questa è rispettabile ed indiscutibile in quanto tale, ed è profonda.

È felice, e questo conta. 

Ha raggiunto i suoi obiettivi e ha davanti a sé nuovi stimoli e nuovi obiettivi, ha un atteggiamento positivo in ogni campo. 
Prima era in una perenne adolescenza, mi racconta, ora l’inquietudine si è trasformata in fame di sapere, provare cose nuove, avere nuovi stimoli, non sente pressioni, condizionamenti, aspettative. “perché devo crearmi un problema dove non c’è? Se c’è lo affronto” e ancora” non riuscivo a fare niente di quello che volevo in Italia, niente di quello che gli altri si aspettavano da me” bisogna avere coscienza di sé e riconoscere i propri limiti ma anche i propri pregi, lo si può imparare tutti i giorni con molta umiltà. 

È un atteggiamento positivo il suo, con i piedi ben piantati per terra, prende sempre della positività dagli altri, anche quando sembra non esserci.


Simona ha una grande personalità. 

E si vede. 

Io la conosco da quando siamo adolescenti e ne sono orgoglioso

Ha compiuto una scelta.

Ha seguito il Coniglio Bianco e sta vivendo la sua Avventura, con positività. 



Vi ricordo il suo Blog: assolutamente da vedere e seguire: http://www.einespressobitte.com/

E se volete scrivere a Simona: 


Ah dimenticavo... ecco Simona durante le feste di Natale!!!!