Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

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Small crab into the corals @Mafia Island - Tanzania ©Andrea Pompele All Rights Reserved

lunedì 10 agosto 2015

Africa, the mother land: Tanzania. SAFARI GUIDE LIFESTYLE

Fare la guida di safari non è solo un lavoro, è una scelta di vita.

Dik Dik - Madoqua Kirkii - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Sembra essere banalmente percepibile come scontato agli occhi di chi non ha fatto questa scelta, ma occorre essere consapevoli, non è una fuga, non è un rifiuto, non è nemmeno un’avventura fine a sé stessa, è un progetto.

Comporta sacrifici e tanto tanto studio, sappiatelo.

Sono una guida professionista certificata AFGA, African Field Guide Association, e imparo tutti i giorni qualcosa di nuovo. Ho intrapreso questa strada perché ho capito che nella vita bisogna fare quello che ci piace, non quello che gli altri si aspettano da noi. O peggio, quello che noi aspettiamo da noi stessi, proiettando aspettative erronee e fuorvianti per la nostra personale realizzazione e felicità.

Ok, fin qui tutto bene, ve l’ho già spiegato in altri articoli e momenti.

Yellow Baboon - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Passiamo alla parte pratica: come diavolo hai fatto a trasformare la tua vita in questa direzione? A parte la motivazione profonda che mi ha spinto, beh prima di tutto mi sono sbattuto parecchio per trovare la soluzione. Mi sono informato, ho scritto contattato e trovato corsi di formazione ed approfondimento che mi hanno dato la direzione. L'AIEA, Associazione Italiana Esperti d'Africa, mi ha dato la prospettiva dei corsi di formazione che mi avrebbero nel futuro dato la possibilità di accedere a questo tipo di vita. Nonostante io abbia una laurea in biologia ecologica con orientamento in etologia ed una laurea specialistica in Ecologia, non è stato affatto semplice superare gli esami, teorico e pratico in seguito, si può tranquillamente affermare che mi hanno fatto letteralmente un culo così! E meno male! Perché soltanto dopo, lavorando sul campo ho capito quanto la mia preparazione fosse necessaria e fondamentale. Con grande sorpresa mi sono ritrovato migliore di altri, più pronto, più competente e più capace di gestire le varie situazioni che possono capitare, sia dal punto di vista naturalistico che da quello organizzativo, di ospitalità, di gestione degli ospiti e degli imprevisti. Sono un genio? Sì lo ammetto sono migliore di tutti voi e vi mangio a colazione se osate sfidarmi. Ma per favore, che idiozia, no, sono esattamente come voi, solo sono preparato e motivato e questo fa la differenza. Ho naturalmente moltissimo da imparare e cresco professionalmente ma mi sono evoluto un po’. Sono manager di un campo tendato e sono responsabile delle guide e dei drivers, oltretutto sono diventato anche un trainer. Fico no? Certo ma non facile anzi. Prima di tutto bisogna sapere di cosa si parla per capire. Questa non è una vita facile (I LEONI RUGGISCONO DI NOTTE).
Lion's cub - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved

Tuttavia onestamente, è la migliore scelta che abbia fatto in vita mia. Ho imparato ed imparo tuttora un sacco di cose. Ogni giorno è diverso e mi regala esperienze incredibili. Ho superato alcuni limiti che avevo anche dopo essere diventato guida certificata e miglioro la mia conoscenza naturalistica in maniera concreta. Giro scalzo per il campo, all’inizio ero titubante e parecchio indispettito nel farlo, ma poi ho osservato, capito e fatto mia questa abitudine che ha il mio Boss. Ovviamente ci sono molte controindicazioni nel farlo: spine, sabbia, terra, polvere e insetti fastidiosi, ma superato il limite, basta prestare attenzione a quello che si fa e tutto risulta naturale. Cammino nel bush come se l’avessi sempre fatto, tra l’erba alta 4 metri circa, l’elephant grass (Pennistum purpureum), che si chiama così perché nasconde persino gli elefanti, con una certa attenzione a dove metto i piedi e a quello che si muove intorno a me. Non è difficile, non è pericoloso, se sai quello che fai e nello stesso tempo è incredibile se ci pensi su un attimo.
Me and an Elephant @ Mdonya Old River Camp - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved


Ho imparato a gestire gli elefanti. A piedi. Il campo è pieno di elefanti, entrano ed escono a loro piacimento giorno e notte, per brucare l’erba, strappare le foglie degli alberi e smuovere i tronchi per far cadere i frutti di Acacia tortilis di cui sono ghiotti. Spesso spaccano i rami e scorticano i tronchi, ogni tanto fanno cadere anche gli alberi. Si avvicinano e si possono osservare benissimo. Li stiamo identificando uno per uno e costruiamo loro una carte di identità da condividere con i ricercatori dello STEP (Southern Tanzania Elephant Project), abbiamo dato loro anche un nome per ciascuno ed è stupendo salutarli la mattina, il pomeriggio o la notte quando decidono di venire a trovarci.  Ho imparato a non avere paura di loro e a reagire correttamente ad una mock charge anche a piedi. I maschi adulti sono più semplici perché quando non sono in Musth, stato particolare di eccitazione sessuale il cui il testosterone aumenta vertiginosamente causando un’alterazione comportamentale significativa, “eccolo che ricomincia a sproloquiare in termini incomprensibili”, diventando molto aggressivi e pericolosi, sono calmi e rilassati, basta non bloccare loro la strada e lasciar loro lo spazio necessario per muoversi e puoi star loro anche a distanza ravvicinata. 
Elephant @ Mdonya Old River Camp - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Ho imparato dai Maasai come muovermi, senza correre assolutamente, senza mostrare paura e stando fermi e dritti, se caricano, spesso lo fanno solo per allontanarti quindi basta fare due o tre passi indietro in modo tranquillo e la cosa finisce lì. Altra cosa importante è mettere un ostacolo tra noi e loro, tipo un tronco e la situazione è sicura. Ovviamente bisogna sempre valutare il contesto e l’animale che si ha di fronte, anche loro hanno il loro carattere ed esistono quelli più calmi e tranquilli e quelli più agitati. Mad Max è uno di questi, l’abbiamo chiamato così proprio per la sua diffidenza e una certa propensione al nervosismo. Con lui nel campo bisogna stare all’occhio e muoversi in maniera prudente. Charlie, Louis e Sikiu Mbovu sono decisamente più amichevoli, soprattutto quest’ultimo che birichino com’è ha deciso di spaccare i tubi dell’acqua per bere direttamente l’acqua pulita, con una certa simpatia per la mia doccia. Ogni giorno più o meno arriva e puntualmente ne combina una delle sue. Ma è quello a cui mi posso avvicinare più facilmente, l’altro giorno mentre lo riprendevamo con il cellulare ha toccato lo schermo con la proboscide, giusto per ricordarci che non gliene importa nulla se lo sgridiamo, lui fa quello che gli pare, è un pachiderma adulto di 6 tonnellate, vuoi che si impressioni per un “omiciattolo” di soli due metri? Con i giovani maschi è un po’ diverso, sono meno a proprio agio quindi più nervosi, abbiamo Kino e Mitz ultimamente, il primo è adulto e ha la sua personalità il secondo è più giovane ed impara dagli altri. Mi piace averli nel campo, li ho chiamati con i nomi dei miei due fratelli, eh beh la famiglia innanzitutto.
Elephant @ Mdonya Old River Camp - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved
Sono particolarmente felice di avere alcuni gruppi di elefanti che vengono a trovarci, con tanto di piccoli di diverse età, è un buon segno e fa sempre piacere vedere questi cuccioli giocare e tentare di caricare impala, francolini e scimmie per dimostrare che sono capaci anche loro, nonostante siano buffissimi da osservare, soprattutto quando inciampano o si spaventano quando i francolini si alzano in volo e si guardano attorno sperando di non essere stati visti perché hanno fatto una figuraccia e si rifugiano tra le gambe delle madri. Con le femmine nel campo però è tutta un’altra cosa. Con queste non si scherza affatto, proteggono i loro piccoli da ogni cosa, noi compresi, e caricano, senza fermarsi. Le sorelle più grandi non sono da meno, quindi molto meglio star loro alla larga.
Me and an Elephant - Ruaha National Park - Tanzania -  ©Andrea Pompele All Rights Reserved

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I LEONI RUGGISCONO DI NOTTE

IL VIAGGIO

ENGLISH VERSION
Being a safari guide is not just a job, it’s a lifestyle

It seems to be perceived as trivially obvious for those who have not made this choice, but you must be aware it is not an escape, it is not a denial, it's not even an adventure in itself, it’s a project
.
It involves sacrifices and so much study, this has to be known.

I am a professional safari guide certified AFGA, African Field Guide Association, and I learn something new every day. I started this project because I realized that in life you have to do what you like, not what the others expect by you. Or worse, what we expect of ourselves, projecting erroneus expectations which become misleading for our personal fulfillment and happiness.

Ok, so far so good, I have already explained this in other articles and posts.

Let's move on to the practical part: how the hell did you transform your life in this direction? Aside from the motivation that prompted me, well first of all I had to overcome a lot to find the solution. I informed myself, I wrote emails, contacted people and found some training that gave me the direction. The AIEA, Associazione Italiana Esperti d'Africa, has given me the perspective of the training courses that they would in future given  me the opportunity to access this kind of life. Although I have a degree in ecological biology  with orientation in ethology (behaviour biology) and a degree in Ecology, it was not easy to pass exams, theoretical and practical,  you can safely say that I was put through my paces! And thank goodness! Why only after working in the field I realized how my preparation was necessary and essential. With great surprise I found myself better than others, more ready, more competent and better able to handle the various situations that can happen, both from the naturalistic point of view and from that organization, hospitality, guest management and other challenges. I'm a genius? Yes I admit I'm better than all of you and I’d kick your butt if you dare challenge me. But please, that idiocy, no, I'm just like you, only I’m prepared and motivated and that makes the difference. Obviously I have a lot to learn and grow professionally but I have evolved a bit. I’m a  manager of a tented camp and I’m responsible for guides and drivers, plus I became a trainer. Cool yes? But certainly not easy indeed. First you need to know to understand what it's about. This is not an easy life (LIONS ARE ROARING AT NIGHT).
However, honestly, it is the best choice I've made in my life. I learned and I’m still learning a lot of things. Every day is different and gives me incredible experiences. I passed some limits that I had even after becoming certified guide and improve my knowledge of nature in a concrete way. I walk around barefoot into the camp, at first I was hesitant to do so and quite worried, but then I have observed, understood and made my habit that my Boss normally do. Obviously there are many drawbacks in doing so: thorns, sand, soil, dust and annoying insects, but crossed the line, just pay attention to what you do and everything is natural. I walk in the bush as if I had always done, in the tall grass about 4 meters, the elephant grass (Pennistum purpureum), which is so called because it hides even the elephants, with some attention to my steps and what moving around me. It’s not difficult, it’s not dangerous, if you know what you do and at the same time it's amazing if you think about it for a moment.

I learned how to manage elephants. On foot. The camp is full of elephants, moving in and out at will day and night to graze the grass, tearing the leaves of the trees and move the logs to bring down the fruits of Acacia tortilis which are greedly eaten. Often they split branches and strip out the trunks, sometimes they brake even trees. They can be approached and can be observed very well. We are identifying them one by one and we create identity cards to share with researchers of  STEP (Southern Tanzania Elephant Project), we gave a name to each one of them and it is wonderful to greet them in the morning, afternoon or night when they decide to come visit us. I learned not to be afraid of them and react properly to a mock charge on foot. Adult males are easy because when they are not in Musth, a particular state of sexual excitement where testosterone increases dramatically causing significant behavioral alterations, "here he begins to rant in incomprehensible terms", becoming very aggressive and dangerous, they are calm and relaxed, just without blocking them off and leave them enough space to move around and can keep up with them even at close range. I learned from the Maasai how to move and absolutely not run away, without showing fear and standing still and straight, if they charge, they often do so just to put you away so you have to make two or three steps back so quiet and it ends there. 

Another important thing is to put a barrier between us and them, like a log, and the situation is safe. Obvoiusly you should always evaluate the context and the animal that is in front of you, they have their own character and there are those very calm and quiet and other more nervous. Mad Max is one of these ones, we called him so because of his mistrust and a certain tendency to nervousness. With him around you have to move in a prudent manner. Charlie, Louis and Sikiu Mbovu are much friendlier, especially the latter one that fluffy decided to split the water pipes to drink straight clean water, with some sympathy for my shower. Every day more or less he comes and makes some troubles. But it is one to which I can approach more easily, one day while we were filming him with the phone he has touched the screen with his trunk, just to remind us that he doesn’t care if we scold him, he does what he wants, he is an adult pachyderm weighing 6 tons, do you think he could be impressed by a 2 meters tall "little man"? With young males is a bit different, they are less confident and more nervous, we have  Kino and Mitz around, the first is an adult and has his personality whilst the second is younger and is learning from others. I like to have them in camp, I called them with the names of my two brothers, well family first.

I am particularly happy to have some groups of elephants who come to visit us with little calves of different ages, it’s a good thing and it's always nice to see these calves play and try to charge impalas, francolins and monkeys to show that they are capable too despite being very funny to watch, especially when they stumble or get scared when francolins take off and look around hoping not to be seen because they have been made a fool of and take refuge between the legs of the mothers. With females in camp, however, it’s a different thing. You do not mess with them at all, they protect their calves from everything, including us, and they really charge, without stopping. The older sisters are no different, so much better to be careful.


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