Dar es Salaam è un casino.
Una città enorme, sembra
infinita, con un traffico pazzesco e un sacco di gente che fa di tutto, ma
proprio di tutto, ovviamente per strada. È una metropoli africana insomma. Non diversa
dalle altre ma nello stesso tempo unica. Sono stato lì 3 giorni e mi è
piaciuta, ma ovviamente non era la mia meta.
La mia destinazione era Mdonya
Old River Camp, nel Ruaha National Park, attualmente il parco nazionale più
grande e il più wild al centro sud della Tanzania.
The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
Ci sono arrivato, ma ci ho messo
un po’. Non perché sia particolarmente distante, solo 550 km da Dar es Salaam,
e di solito è servito da aerei tipo Chessna o simili, con l’airstrip presente
all’interno del parco, quindi per coloro che si recano in safari è piuttosto
semplice arrivare.
Non per me.
Io sono partito da Dar es Salaam
in macchina, un veicolo aperto, da game drive, e un pick up carico di
materiale. Partenza ore 5:30 del mattino, almeno questo era il programma, ma
abbiamo avuto qualche contrattempo. Per fortuna era domenica, quindi in realtà
non c’era molto traffico rispetto al solito, ma se comparate il lunedì mattina
in Tangenziale a Milano o sul Grande Raccordo Anulare di Roma, si potrebbe dire
tranquillamente il doppio. Non male eh?
The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
In città è pieno di gente che fa
jogging, ma non come lo faremmo noi, gruppi di 50 persone insieme di diversa
età che si ritrovano per correre la mattina in giro per la metropoli,
meraviglioso vederli che attraversano la strada ognuno con una maglietta
diversa, ma senza quelle tecnicissime scarpe, t-shirt e pantaloncini
antisudore. Costeggi alcuni slum, non sono proprio bidonville, direi piuttosto
quartieri nati per caso che si arrampicano su per le colline, senza alcun
progetto di sviluppo edilizio, sovrapopolati, senza fognature ovviamente o
strade vere e proprie tra baracche improvvisate e tetti di lamiera. Ovviamente
la gente si attrezza al meglio e non manca proprio nulla, c’è anche la palestra
di quartiere, con pesi e corsi, c’è anche il crossfit, e ho notato una palestra
di boxe, dove mi sarei infilato volentieri a tirar due pugni ad un sacco, sapete
com’è, istinto.
The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
Comunque di per sé è un viaggio
bellissimo. Su una strada asfaltata A7 che collega la città di Dar a quella di
Iringa, una delle strade principali, perfettamente tenuta a dirla tutta, con un
sacco di camion e un sacco di auto, ma senza incidenti ed un traffico
scorrevole. Si attraversano diversi villaggi, ognuno con la sua tipica
confusione e il suo tipico ordine, mi stupisco sempre un po’ perché ogni volta
che capito in un villaggio africano sulla strada principale c’è sempre questo
casino imperante, come se tu fossi costantemente al mercato, ma tutto procede
senza intoppi, tutto scorre liscio e senza fretta, ma continuo, almeno questa è
la mia impressione.
The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
Abbiamo passato il Parco
Nazionale di Mikumi, la strada ci passa in mezzo, e abbiamo visto zebre, gnu, elefanti,
giraffe etc…abbiamo fatto colazione, più un pranzo a dire la verità, in un
posto tranquillissimo con un sacco di gente. Comunque anche qui abbiamo avuto
qualche intoppo: la polizia ci ha fermato 6 volte, hanno i rilevatori di
velocità sempre puntati e anche se il tuo tachimetro indica 45 km/h loro ti
mostrano 70 km/h magari di un’altra macchina e tu non puoi, o comunque è molto
meglio, non contestare. Ad un certo punto, all’inizio delle montagne Udzungwa,
costeggiando l’omonimo Parco Nazionale, abbiamo avuto un problema tecnico con l’auto,
che ha deciso di fermarsi nel cuore delle stesse lontano da ogni possibile
villaggio. Il meccanico ha provato ad aggiustare il “contrattempo” ma abbiamo
dovuto passare gran parte della notte all’aperto, in mezzo alla foresta. Capita
in Africa. Beh ragazzi, una figata!
The long way road from Dar es Salaam to Iringa - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
Una foresta bellissima,
verdissima, incredibilmente varia, me la sono proprio goduta. A parte il fatto
che faceva un freddo pazzesco, vi ricordo che IN AFRICA NON FA CALDO, almeno non in tutta l’Africa
e non in tutti i momenti della giornata. Siamo ripartiti ad una certa ora della
notte per arrivare ad Iringa di mattina presto. Ho riposato in una guest house
un paio di ore e dopo pranzo siamo ripartiti per il Ruaha.
Ruaha National Park's Gate - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
Ci ho messo due giorni ad
arrivare nel Parco, è stata impegnativa, ma immediatamente arrivato all’ingresso
dello stesso mi sono sentito come se fossi a casa, l’ambiente che preferisco
savana alberata a miombo. Baobab ovunque e paesaggi incredibili. Dall’ingresso
del Parco fino al campo ci vuole circa un’ora e mezza, si attraversa quasi
subito il fiume Ruaha, una pista bellissima in mezzo al bush. All’arrivo nel
campo ho incontrato subito gli elefanti che vivono nella zona intorno e spesso
all’interno dello stesso.
Un benvenuto meraviglioso, un
ottimo inizio direi.
Track in the bush - Ruaha National Park - Tanzania - ©Andrea Pompele All Rights Reserved |
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LA FINE DI UN'AVVENTURAl
ENGLISH VERSION
Dar es Salaam is a mess.
A huge city, it seems endless,
with a crazy traffic and a lot of people that does everything, absolutely
everything, obviously in the street. It
is an African metropolis in short. Not different from the others but at the
same time unique. I was there for three days and I liked it, but obviously it
was not my goal.
My destination was Mdonya Old
River Camp in Ruaha National Park, actually the largest national park in the south
center and the wildest of Tanzania.
I got there, but it took me a
while. Not because it is very far, just 550 km from Dar es Salaam, and it’s
usually served by aircraft Cessna type or similar, with the airstrip inside the
park, so for those who go on safari is quite easy to get.
Not for me.
I left from Dar es Salaam by car,
an open “game drive” vehicle and a pick up a full of material. Departure at
5:30 am, at least that was the plan, but we had some mishap. Luckily it was
Sunday, so really there was not much traffic than usual, but when compared on
Monday morning in a Milan main road or GRA of Rome, you could safely say twice.
Not bad eh?
In the city it’s full of joggers, but not as in Europe, everybody
alone, but groups of 50 people together with different ages who find themselves
in the morning to run around the city, wonderful to see them crossing the road
each one with a different t-shirt, but without those technical shoes, t-shirt
and anti sweat pants. You can see some slums, tehy are not properly shanty
towns, I would say quite neighborhoods born by chance that climb up the hills,
without any development project, overpopulated, without sewers or roads
obviously true of makeshift shacks and tin roofs. Obviously people will equip
the best and nothing is missing, there is also a neighborhood gym, with weights
and courses, there is also the crossfit, and I noticed a boxing gym, where I
would have put on willingly to pull two punches, you know, instinct.
However in itself it’s a
beautiful journey. On a paved road A7 that connects the city of Dar to Iringa,
along a main road, perfectly bound to be honest, a lot of trucks and a lot of
cars, but no accidents and traffic flowing. You go through different villages,
each with its typical confusion and its typical order, I am always astonished a
little because every time I arrive in an African village on the main road there
is always this mess prevailing, as if you were constantly at the market but
everything is going smoothly, everything runs smoothly and without hurry, but I
still, at least this is my impression.
We pass the Mikumi National Park,
the road passes in between, and we saw zebras, wildebeest, elephants, giraffes
etc ... we had breakfast, plus lunch to tell the truth, in a very quiet place
with lots of people. However, even here we had some difficulties: the police
stopped us 6 times, have always pointed speed detectors and even though your
speedometer shows 45 km / h they will show 70 km / h maybe another car and you
don’t or at least it is much better not to contest. At one point, at the
beginning of the Udzungwa Mountains, along the homonymous National Park, we had
a technical problem with the car, it decided to stop in the heart of the same,
away from every possible village. The mechanic tried to adjust the
"setback" but we had to spend most of the night in the open air, in
the middle of the forest. It happens in Africa. Well guys, pretty cool!
A beautiful forest, very green,
incredibly varied, I've just enjoyed. Apart from the fact that it was so crazy
cold, remember,IN AFRICA IT'S NOT HOT , at least not in the whole of Africa and not at all times of
the day. We left at a certain time of the night to get to Iringa early morning.
I rested in a guest house a couple of hours and after lunch we left for the
Ruaha.
It took me two days to get to the
park, has been challenging, but immediately arrived at the entrance of the
same, I felt like I was at home, the environment I prefer a wooded miombo savanna. Baobabs everywhere
and amazing sceneries. From the entrance to the camp it takes about an hour and
a half, almost immediately you cross the Ruaha River, a beautiful track in the
middle of the bush. Upon arrival in the camp I met immediately elephants living
in the area around and often within the same
.
A wonderful welcome, a good start
I think.
If you like this post maybe you can read also these ones:
THE END OF AN ADVENTURE
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